Al giorno d’oggi, parlare di religione, è completamente diverso da qualche decennio fa. In passato, essere credenti, era visto come l’unico modo per vivere la vita: o eri credente o venivi emarginato come eretico ed escluso dalla vita sociale. A partire dagli ultimi decenni del novecento le cose sono un po cambiate, grazie anche a cambiamenti sociali e alla continua evoluzione della religione.
La religione consiste di idee e valori prodotti dagli esseri umani, erroneamente proiettati su forze e personificazioni divine. Dio sarebbe quindi la costruzione di un Super uomo (uomo potenziato con attribuiti ideali dati dall’uomo stesso). È una forma di Alienazione, in quanto la religione estranea l’uomo da sé stesso facendogli credere di non essere in prima persona: l’uomo è sottomesso da sé stesso. La religione si trova ad essere dunque un rifugio dell’uomo di fronte alla durezza della realtà quotidiana.
Un problema, un aspetto che riguarda anche noi giovani e che è stato ampiamente dibattuto durante una lezione del Laboratorio di Redazione Giornalistica per abituarci a porre domande dare risposte simulando un talk show.
La maggior parte dell’Italia per esempio continua ad essere fortemente credente, insegnamenti dovuti anche alle precedenti generazioni, ma ultimamente è aumentato il numero di “agnostici” o addirittura “atei”. Soprattutto con lo sviluppo della scienza, le persone hanno cominciato a domandarsi se davvero possa esistere una entità superiore, se davvero questa divinità possa aiutare le persone.
Ormai la religione non è più un obbligo, una credenza a cui tutta la collettività dove credere, ora la fede è una scelta e su 10 persone 3 sono cristiane, 3 agnostiche e 4 atee. Chi afferma di credere in Dio lo fa per riuscire a superare momenti difficili. E’ proprio per questo che esiste Dio, per aiutare nei momenti bui,per aiutare a sentirsi più leggeri e risollevarsi, per aiutare quando non si riesce più a credere in niente e allora ci si rivolge a qualcuno più in alto di noi come ultima speranza.
Gli agnostici sono coloro che non credono propriamente in Dio ma sempre in una entità superiore. Queste persone, a differenza dei cristiani, non pregano ma nei momenti di bisogno si rivolgono a questa entità che li aiuta a sentirsi meglio ma contano sempre e comunque su loro stessi.
Gli atei, invece, negano l’esistenza di Dio e di altre entità. Essere ateo non è qualcosa che si decide dal giorno alla notte, ci si pone delle domande…se crediamo nell’esistenza di qualcosa, a prescindere dall’educazione che ci è stata data. Queste persone, quando hanno un problema, si rivolgono più che altro a loro stessi o a qualcuno vicino a loro che può aiutarli e dargli consigli perchè “solo noi sappiamo come rialzarci” e credere in Dio sarebbe solo un modo per scaricare su qualcun’altro le colpe di qualcosa che invece abbiamo fatto noi.
La religione perciò ancora oggi è un argomento complesso e dibattuto, soprattutto con la vastità di riti e religioni che esistono ma rimane il fatto che è una scelta che ognuno deve fare per se e non deve essere dettata da educazioni di generazioni o un imposizione, credere è qualcosa che uno deve sentire dentro, qualcosa che lo fa stare bene e in pace con se stesso.