Di Fabiola Capone Braga.

Bocciato alla camera l’accordo di scissione tra l’Inghilterra e l’unione Europea, con qattrocentotrentadue no e duecentodue si, segnando così la sconfitta di Theresa May (primo ministro del Regno Unito dal duemilasei).Il parlamento Britannico ha respinto per la terza volta l’accordo siglato tra Inghilterra ed unione Europea siglato da Theresa May.Questo ha diviso in due il governo inglese: da una parte i laburisti, capitanati da Jeremy Corbyn, che hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro, accusata di non essersi mai messa in gioco con l’opposizione per scongiurare un no deal (scenario secondo ci il Regno Unito esce dall’Unione Europea senza n accordo con quest’ultima), dall’altra Theresa May che ha insistito nell’andare avanti per continuare a lavorare per attare la Brexit. Il portavoce del partito degli unionisti nordirlandese, i DUP, ha assicurato alla premier la sua fiducia tanto da assicurarle la maggioranza del governo. Sembra però che le modifiche apportate al testo primo non siano servite a molto, considerato l’ultimo risultato, anche se molti pro-Brexit abbiamo ceduto e dato l’ok per l’approvazione dell’accordo, l’ala più intransigente del parlamento è comunque rimasta sfavorevole. Il futuro sembra ancora incerto, potrebbe non esserci nessun accordo, n secondo referendum per vedere se gli inglesi vogliano effettivamente lasciare l’Unione Europea, avevano assicurato che entro il ventinove marzo duemilacianove l’Inghilterra avrebbe lasciato l’Unione Europea, ma sembra che ci stato un rinvio ad aprile. Pur di attuare la Brexit la May ha offerto le se dimissioni in cambio dell’approvazione del suo patto. Londra dovrà ora comunicare, entro il dodici aprile, come procedere. La May non sembra però voler fare passi indietro dichiarandosi che farebbe qualsiasi cosa purché la Brexit venga attuata. Nonostante tutto la Premier è decisa ad andare avanti restando, per il momento, al suo posto per aiutare Londra verso la direzione opposto al no-deal. L’Unione Europea sembra preparata al summit convocato da Donald Tusk per il dieci aprile sul dossier Brexit. Se non si dovesse raggiungere nessun accordo nemmeno per il dieci, allora il tutto sarà rimandato al ventidue maggio, ultima data prima del voto Europeo. Per quanto riguarda il no deal, Theresa May ha para per l’Inghilterra ma molti ne parlano come un’opportunità, in quanto dopo un periodo iniziale di indecisione politica vi sarà sicuramente l’opportunità di poter concretizzare le potenzialità del paese. La cosa drammatica di questa situazione sarebbero le condizioni dei cittadini europei in Inghilterra e di quelli inglesi in Europa; questi sarebbero a tutti gli effetti considerati extracomunitari dal punto di vista giuridico, il libero scambio di merci tra i paesi europei e l’Inghilterra sarebbe messo a dura prova. Recentemente la stampa inglese è entrata in possesso di un piano che l’Inghilterra metterebbe in atto in caso di mancato accordo con l’Europa: “Yellowhammer“ in cui viene dichiarata l’assunzione di cinquemila doganieri da impiegare nei porti e lo schieramento di tremilacinquecento militari che affiancheranno le forza dell’ordine in caso di disordini.
Sarebbe conveniente per il Regno Unito uscire dall’Europa con un accordo in mano per far ripartire l’economia e il commercio, dato che il mercato in un primo momento si asseterebbe, e quindi assicurarsi degli accordi con l’Europa per aiutare il paese, ma anche per mantenere un legame con l’Unione Europea.

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