Di Chiara Rivieccio

La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi secondi, lasciando tutti sconvolti: a seguito di un incendio le fiamme stanno avvolgendo la cattedrale di Notre-Dame a Parigi e la stanno distruggendo.

Un incendio divampato verosimilmente dai ponteggi montati per effetuare necessarie opere di restauro della guglia e del tetto.

Ma non è solamente la grave perdita culturale ed artistica la causa dello sgomento che ha colpito tutti in ogni parte del Mondo. Perchè, senza sminuire l’importanza artistica di quest’opera patrimonio dell’umanità, insieme alla guglia di Notre-Dame si sono sgretolate anche molte nostre certezze.

Perchè la cattedrale, con i suoi secoli di storia, rappresenta una di quelle tradizioni, di quelle cose della vita, di cui siamo abituati a sentir parlare fin da bambini, che studiamo a scuola e solitamente uno dei primi viaggi all’estero che facciamo o abbiamo fatto.

Notre-Dame, dalla deposizione della sua prima pietra nell’aprile del 1163, è sopravvissuta a guerre, alla rivoluzione, ha visto succedersi decine di re, ha visto la nascita della Repubblica, rimanendo sempre lì, come a vegliare sulla città e sui suoi abitanti.

Con i suoi quasi mille anni di storia è parte di noi, così come lo è stata di tutte le generazioni precedenti; parte del patrimonio culturale non solo francese, ma europeo.

Sì perchè questa notte, dopo tanto tempo, ci siamo forse risentiti europei. Non solo parte di quell’Europa di banche ed interessi economici che spesso ci sta stretta, ma parte di una storia e di una cultura comune.

Parte di un’ Europa a cui stanotte è stato portato via un pezzo della sua identità.

Il valore di ciò che è andato distrutto è inestimabile, e nonostante la guglia possa essere ricostruita con una lunga opera di restauro, i danni causati all’interno potrebbero essere irreversibili ed alcune opere andate perdute per sempre.

Dopo poche ore dal disastro è iniziata una colletta fra miliardari di tutto il mondo, francesi e non, per contribuire alla ricostruzione di quest’opera d’arte, segnale che davvero tutti sono stati colpiti nel profondo dall’accaduto.

Come spesso accade a seguito di eventi tristi e negativi, ci fermiamo a riflettere, mettiamo in pausa la freneticità della nostra vita, e lasciamo riaffiorare lati di noi che troppo spesso lasciamo sopiti. Che sia la riscopertà di un’identità europea, il desiderio di contribuire ad una giusta causa, o semplicemente il fermarsi a riflettere sul fatto che niente e nessuno è immortale. Che bastano pochi minuti per distruggere qualcosa che era sopravvissuta ai secoli. Che la forza della natura è qualcosa che non dobbiamo mai sottovalutare. E sperare che questo senso di comunità e di appartenenza che abbiamo provato stanotte, diventi parte di noi non solo nei momenti bui, ma nella vita di tutti i giorni.

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