Di Ilaria La Rocca.

“Ho tentato il suicidio tre volte, ma dopo l’ennesima violenza sono riuscita a scappare e a denunciare”, racconta la ragazza.

Orrore nel palermitano, denunciato soltanto adesso dall’allora quindicenne.

Quando I genitori scoprirono l’orientamento sessuale della figlia, tramite alcuni sms, la prelevano dalla scuola dell’obbligo e da lì iniziò il suo incubo.
Picchiata e rinchiusa nella sua cameretta, la ragazza subì maltrattamenti non solo fisici ma anche psicologici.
Il padre arrivò a violentarla. Agghiaccianti le frasi riportate dalla vittima: “tu queste cose devi guardare, non le donne”. È stato ripetendo questa frase che suo padre abusò di lei per molto tempo.
Ora la ragazza ha 23 anni e ha trovato il coraggio di denunciare.
“Ho tentato il suicidio tre volte – racconta la ragazza, ai giornalisti de La Repubblica – ma dopo l’ennesimo abuso sessuale sono scappata e li ho denunciati, ero appena diventa maggiorenne”. Maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori, sono le accuse della denuncia. I genitori, però, negano tutto, sostenuti dalle dichiarazioni dei compaesani, che a parere della vittima, sono le stesse persone che la costringevano a tornare a casa quando provava a fuggire da quella galera.
“Ero ormai a un bivio – ammette la giovane – o la vita o la morte. E ho scelto di vivere e di denunciare i miei genitori”, nonostante questi ultimi la volessero morta. Ad affermare quest’ultima frase è una testimonianza della vittima che riporta una delle tante violenze verbali subite da sua madre: “Meglio una figlia morta che lesbica”.

Per alcuni anni è stata trasferita in una comunità protetta.”Adesso – afferma – è importante raccontare questa storia, perché tanta altre ragazze che vivono situazioni simili alla mia non si scoraggino, non pensino mai di farla finita. Racconto perché anche loro trovino il coraggio di denunciare”.

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Estero