Di Federico Pallante. A Napoli si respira un clima tutt’altro che positivo, la classifica parla chiaro: appena 18 punti nelle prime 11 giornate di campionato, un risultato debole, fin troppo, per una squadra che come obiettivo ha la vetta della classifica, si tratta infatti del terzo peggior avvio della squadra partenopea negli ultimi 10 anni. Di sicuro con questi risultati il Napoli non riuscirà a stare al passo di Juventus ed Inter e i tifosi partenopei lo sanno, tanto da iniziare ad abbandonare lo stadio in massa.

Quest’estate dopo il calciomercato le aspettative erano altissime, il presidente Aurelio De Laurentiis aveva investito un grande capitale per rinforzare la squadra e i tifosi napoletani si sentivano al sicuro con un allenatore come Carlo Ancelotti in panchina. Ancelotti da sempre è stato abituato ad avere grandi pressioni attorno, cavandosela sempre nel migliore dei modi vincendo tutti i top campionati europei e ben tre Champions League.

A Napoli, però, sembra che stia facendo fatica a tenere alte le aspettative e addirittura a gestire delle situazioni di spogliatoio che per un tecnico con la sua esperienza dovrebbero essere all’ordine del giorno, un esempio lampante è quello di Lorenzo Insigne: una volta resa pubblica la lista dei convocati per il match di Champions League contro il Genk, tra i nomi mancava quello del capitano azzurro Lorenzo Insigne, tra lo scalpore di tutti uscirono fuori diverse dichiarazioni sulla vicenda e Ancelotti dichiarò di aver fatto quella scelta in seguito ad aver visto Insigne poco brillante in settimana, la partita poi finì 0-0 e il tecnico fu sommerso dalle critiche.I rapporti tra il capitano e l’allenatore azzurro ora, però, sono molto tranquilli, tanto che all’ultimo gol segnato da Insigne, l’esultanza fu proprio quella di andare ad abbracciare il proprio mister, per mettere così fine al siparietto creato in precedenza.

Ad una città come Napoli però serve sognare in grande, quindi servirà a tutta la squadra una spinta in più per poter tornare ad avere il pieno sostegno del pubblico azzurro e poter lavorare in serenità.

Ancelotti dovrà dare ai giocatori le giuste motivazioni e dovrà ridare un’entità alla squadra che sta mancando in questo avvio di stagione.

Il poeta tedesco Goethe scrisse un giorno “vedi Napoli, e poi muori”, ma per Ancelotti e la sua squadra, è tempo di risorgere.