Di Simone Ferri.
I sogni vanno dipinti anche se non li vedi. C’è un artista nella capitale che ha saputo fare un ottimo uso di questo pennello magico e ha iniziato a raccontare la sua vita per mezzo di suoni e melodie. Si è ribellato e adesso canta a squarciagola. Stiamo parlando di Fabrizio Mobrici, in arte Fabrizio Moro, uno dei più apprezzati interpreti del panorama musicale italiano. Il cantante assume la forma di un poeta concreto che prende la realtà e te la sbatte in faccia. La descrive in maniera schietta e trasparente, proprio perché la sua è una penna essenziale e senza maschere. I testi prendono ispirazione dall’esperienza, da tutto ciò che i suoi occhi vedono e filtrano quotidianamente. La sua prospettiva è ben centrata appunto sul suo vissuto e i suoi amori restano tangibili. Le emozioni che trasmette sono vere, sudate e macchiate di vita. Nella sua intera discografia si può ammirare tutta questa genuinità e maturità.
Il suo ultimo disco prende il nome di “Figli di nessuno”, album introspettivo e vitalizzante che arriva in maniera immediata e senza filtri. È un disco benedetto, venuto fuori in un momento in cui pensava di essere esausto. Da qui viene fuori il ragazzo cresciuto alla scuola del marciapiede di San Basilio, quartiere di Roma dov’è nato.
Il titolo rimanda ad un atto di ribellione e sfida contro il mondo, da cui spicca una rilevante sensibilità artistica, espressa dai brani che guardano in faccia la realtà; i figli di nessuno sono coloro a cui nessuno ha teso una mano, e sotto questo aspetto lui si sente chiamato in causa. Tutto ciò diventa parte integrante del suo carattere. La vita gli ha insegnato a non arrendersi ed andare avanti, e lui ha dimostrato di essere un ottimo alunno. Attraverso alcune interviste, egli afferma che ha sempre avuto paura di cadere…ed è per questo che è rimasto in piedi! Ha vissuto e sta vivendo una carriera un po’ particolare, condizionata in passato da forti attacchi di panico, (tanto da definirsi ipocondriaco), colmati dalla nascita della figlia. Sostiene infatti di essere nato e morto tante volte. Tra gioie e dolori è riuscito a (ri)affermarsi come uno dei cantanti più popolari di questa generazione. Non riesce a stare in equilibrio, bensì riesce a vivere tra alti e bassi.
Fabrizio è un credente, in tutti i contesti della vita, tanto da farsi incidere la raffigurazione di Gesù sulla pelle, perché aveva bisogno di sentirlo più vicino. Lui ha trovato indubbiamente nella musica il mezzo a disposizione più potente per esprimersi; questa passione l’ha preso per mano nei momenti più difficili…è la benzina che ha alimentato la sua vita. Possiede quell’inconfondibile accento aggressivo, dato soprattutto dalla sua voce roca e grattata, che crea dei componimenti forti e rabbiosi. Proprio da qui si alza e trova spazio il suo desiderio di rivalsa, scatenato all’inizio dall’insicurezza e dalla paura di non farcela. I suoi pezzi si possono definire appunto di denuncia. È un uomo ostinato e non smetterà mai di portare il suo credo ovunque.
Alcuni dei suoi capolavori sono: “Pensa”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Alessandra sarà sempre più bella” e infine abbiamo l’opera d’arte “Portami via”.
Lunga e radiosa vita ai ribelli!