Di Irene Bollici

Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, ispirato dall’omonimo libro “Banda di Fratelli” di Stephen Ambrose e messa in scena da Steven Spielberg e Tom Hanks; Band Of Brothers va oltre il raccontare le vicende e le battaglie avvenute tra il 1942 e il 1945.
Protagonista di quest serie è la Compagnia Easy (2 Battaglione, 506 Reggimento di Fanteria Paracadutista, 101 Divisione Aviotrasportata dell’Esercito degli Stati Uniti), la loro storia inizia con l’addestramento a Camp Toccoa e finisce con la scoperta del Nido dell’Aquila – chalet privato di Adolf Hitler.
A differenza degli altri film o serie ambientate in questo lasso di tempo, in Band Of Brothers vediamo una umanizzazione della guerra, dove viene ribaltato lo stereotipo del conflitto e dove dunque, l’unico obbiettivo non è annientare il nemico, testimonianza di tutto ciò la troviamo nelle primissime puntate di questa serie, dove, atterrati dal lancio con il paracadute a seguito di una strage aerea, due soldati uno tedesco e l’altro americano hanno come prima reazione quella di sorridersi piuttosto che spararsi.
Ancora più stravolgente è il legame che vediamo crearsi all’interno della compagnia, un legame che, come dice il comandante tedesco durante l’ultima puntata, può nascere solo in battaglia con soldati che vivono le nostre stesse difficoltà.

Questa serie affronta inoltre in modo molto approfondito quello che è stato il secondo conflitto mondiale, sia per quanto riguarda la cronologia degli eventi, sia per quanto riguarda la ambientazione sia, infine per gli armamenti.

Band of Brothers è stata una delle poche serie/documentario che è riuscita a far capire a chi guarda, cosa significa poter contare sui proprio compagni, cosa significa saper affrontare le difficoltà, non arrendersi, aggrapparsi fino all’ultimo ai tuoi fratelli perché gli unici che possono salvarti la vita sono loro, Band Of Brothers ci fa capire che anche nel bel mezzo di una battaglia, di un bombardamento, di fronte alla morte di un amico, di un collega, di un fratello appunto, non si è mai soli, uno spiraglio di luce c’è sempre.
Chiudo con una delle citazioni più belle del comandante della Compagnia Easy Dick Winters:
‘Mi ricorderò per sempre una domanda che mi ha fatto l’altro giorno mio nipote, mi ha chiesto: ‘Nonno è vero che in guerra sei stato un eroe? Il nonno gli ha risposto no. Ma ho combattuto con una compagnia di eroi.’

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