Di Irene Bollici. “Con i gioielli ti compri mezza Roma, ma con i segreti te la prendi tutta”, la sa lunga la Contessa (Elisabetta De Palo), sa che i segreti possono essere la porta d’ingresso se hanno a che fare con la politica, il Vaticano, la mafia, lo Stato, le piccole e le grande organizzazioni criminali.
Un piano regolatore sul quale mettere le mani, c’è la lotta per i territori che saranno le prossime piazze di spaccio e la guerra sanguinosa che verrà a crearsi per i terreni del litorale della capitale.
Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi alla regia di Suburra – La serie, prequel che racconta la strada che i protagonisti hanno fatto per diventare ciò che poi verrà mostrato in Suburra – Il film, ispirato dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.
Ambientata nella Roma del 2008, la serie copre i venti giorni che vanno dall’annuncio di dimissioni del sindaco di Roma fino al momento in cui diventano esecutive.
“Tutti abbiamo un prezzo” sentenzia Samurai (Francesco Acquaroli), l’anima nera della serie, manipolatore, calcolatore con la sete di potere.
Famelici sono Aureliano Adami (Alessandro Borghi), personaggio feroce a volte impulsivo, figlio del boss che gestisce i terreni di Ostia, affiancato dalla sorella Olivia (Barbara Chichiarelli), spietata, lo zingaro Spadino (Giacomo Ferrara), eccentrico, a volte violento, fratello del boss Manfredi (Adamo Dionisi), Lele (Eduardo Valdarnini), laureando in giacca e cravatta, entrato nelle azioni criminali per costrizione inizialmente, Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro) consigliere comunale e sostenitore di ideali difficili da mantenere in un contesto come quello della Roma criminale, ultima ma non meno importante Sara Monaschi (Claudia Gerini), donna di rango che gioca le sue partite nelle segrete stanze del Vaticano, fra contabilità e terreni.
Oltre alla fame del potere, al voler essere padroni della capitale, non bisogna mettere in secondo piano quelli che sono i conflitti famigliari e le varie sfaccettature caratteriali dei personaggi: Aureliano che cerca l’affermazione lontano dalle grinfie del padre che gli preferisce la sorella, Spadino che lotta la pressione imposta dal fratello ad essere ciò che non è, Lele che va nella direzione opposta e contraria rispetto al padre poliziotto. Tre personaggi apparentemente forti ma profondamente fragili e di conseguenza aggressivi incapaci di gestire i sentimenti e i rapporti. Lontani per indole e passioni i tre protagonisti si ritroveranno insieme, alleati per darsi coraggio perché attraversare la linea d’ombra da soli fa paura.
Discorso completamente diverso per le donne di Suburra, motore della azioni della serie.
Basti guardare Livia, col cuore protetto da muri, una vita destinata a proteggere il fratello, se stessa dall’amore e la “roba” della famiglia dalle mani altrui, oppure Sara che non molla mai la presa, ha il coraggio di toccare il fondo, si sporca le mani ma si rialza sempre, e ancora la sposa “bambina” di Spadino, indubbiamente più forte del marito che la respinge, per finire con la giovanissima prostituta, innamoratissima di Aureliano che cerca di scansare un destino che però per una come lei è segnata con l’evidenziatore; un destino che nella Roma di Suburra non fa sconti a nessuno. “Santa e dissoluta, Roma ama e non perdona, Roma ti divora come un barracuda” chiude le puntate la canzone del Piotta “7 Vizi Capitale”.