Di Elisa Fralleoni. Tutto tace sul caso Luca Sacchi, il giovane personal trainer ucciso il 23 ottobre 2019 in zona Appio Latino. Per mesi si è parlato di questo omicidio. Sono stati scritti centinaia di articoli dove venivano fatte supposizioni su supposizioni. Il caso era sulla bocca di tutti. Ovunque si andasse, se ne sentiva parlare. Eppure, a distanza di soli tre mesi, sembra che l’Italia si sia dimenticata di quel ragazzo che per volontà di altri ha dovuto rinunciare alla cosa più preziosa , la vita.

Nessuno parla più di Luca e di quella compravendita di droga finita male. Tutto sembra essere finito nell’oblio, come tanti altri omicidi avvenuti nella Capitale, ancora aperti, ma di cui ormai non si sa più nulla. Eppure, la ferita è ancora fresca e chi dovrebbe finire in carcere per quello che è successo è ancora in giro a piede libero. Nel silenzio mediatico si sente da lontano il grido di aiuto dei genitori di Luca, che chiedono giustizia per quel figlio a cui hanno dovuto dire addio troppo presto.

Sembra esser calato prematuramente il sipario su un caso ancora aperto. Eppure, sono ancora molti gli interrogativi da risolvere e troppe le parole non dette. Non possiamo permetterci che tutto vada a finire nel dimenticatoio. Luca, come ognuno di noi, aveva dei sogni, obiettivi da raggiungere ed ora non potrà più farlo perché delle persone hanno dato fine alla sua vita. Mentre i genitori del giovane piangono la sua scomparsa, le menti di questo omicidio continuano indisturbate a mandare avanti il loro mercato di droga. In carcere solo Pirino e Del Grosso, due pedine mosse dal Monopoly degli stupefacenti. Solo due persone stanno scontando la pena per questo crimine, ma il numero di colpevoli è maggiore.

Dietro le quinte si muovono indisturbati, come due calcolatori, anche Anastasiya e Princi (la fidanzata e un caro amico d’infanzia della vittima) che fin dall’inizio dell’indagini hanno sempre cercato di ostacolare gli sviluppi, dando versioni diverse da quelle di altri testimoni oculari. Loro due che, con l’inganno probabilmente, hanno spinto il giovane Luca tra le braccia della morte, abbandonandolo al suo destino crudele.

In un caso come questo, dove ognuno prova a puntare il dito l’uno contro l’altro, sembra difficile arrivare ad una conclusione. È molto probabile, viste le circostanze, che i genitori di Luca non avranno mai giustizia per quel figlio che aveva ancora così tanto da offrire al mondo. Del giovane ventiquattrenne rimangono solo i ricordi di chi gli ha voluto bene e che lo conosceva per quello che era; un ragazzo buono che si è solo fidato di chi non avrebbe dovuto.