Di Francesca Sofia Rizzo. E’ bastata la conferma dei primi due casi di coronavirus in Italia per far precipitare tutto il paese nel terrore, alimentato da fake news, pregiudizi e persino dalle maggiori testate italiane, tra cui la Repubblica che apre la prima pagine di oggi con ”La grande paura. Virus, colpita l’Italia”.

La psicosi generale ha provocato la nascita, su internet, di bufale assurde, quasi da sceneggiatura da film, tra cui quella che il virus sia stato diffuso da un”’elite globalista”, a capo del quale ci dovrebbe essere Bill Gates, con lo scopo di ridurre la popolazione mondiale. Inoltre, sembra che stiano circolando su Whatsapp raccomandazioni infondate, come quella di evitare ristoranti e negozi cinesi, nonché prodotti made in China: ma il coronavirus non si trasmette né per via alimentare, né attraverso oggetti inanimati, solo da uomo a uomo.

A questo proposito L’OMS, nel dichiarare l’emergenza sanitaria internazionale, ha ricordato che

”Questo è il momento per i fatti, non per la paura. Questo è il momento per la scienza, e non per i gossip. Questo è il momento per la solidarietà, e non per lo stigma sociale”.

Ma il terrore, diffondendosi ancor più rapidamente del virus stesso, sta portando a galla razzismo mal taciuto in ogni parte del mondo.

In paesi come la Malesia o l’Indonesia, dove preesistevano già conflitti con la minoranza cinese, questi sentimenti potrebbero sfociare in violenza. Mentre negli Usa, che ha visto da parte dell’amministrazione di Trump un accanirsi contro la Cina, i pregiudizi contro la popolazione cinese potrebbero essere alimentati ulteriormente.

L’Italia non è certo da meno. Solo da Roma sono arrivate nelle ultime 24h delle notizie raccapriccianti. Per citare un esempio, un bar nei pressi di Fontana di Trevi ha affisso un cartello che vieta l’ingresso a chiunque venga dalla Cina: anche ammettendo che si riferisca non all’etnia cinese ma a chi sia in viaggio dal paese asiatico, ci sarebbe forse qualcuno a controllare all’entrata il passaporto di ciascuno? Potrebbe mai essere legale una misura del genere, che oltretutto, a pochi giorni dalla Giornata della Memoria, ricorda tristemente i cartelli che vietavano l’ingresso agli ebrei nei negozi, come se fossero cani?
Ancora più vergognosa è l’email, resa pubblica ormai su internet, del direttore del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, Roberto Giuliani, che ha disposto la sospensione delle lezioni per tutti gli studenti orientali o quanti altri provenissero dai paesi interessati dal coronavirus. A ciò si aggiunge l’imposizione di una visita obbligatoria con il medico del Conservatorio, per valutare se essi potranno essere riammessi alla frequenza.

Le mascherine e le buone norme d’igiene posso aiutare nel difenderci da possibili contagi del virus, ma ci sono malattie ben più insidiose, come il razzismo, che proliferano con la paura e l’ignoranza. Un vaccino per questo non è ancora stato trovato.

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