Di Elisa Fralleoni. Spacciatori: la polizia li arresta e il giorno dopo sono fuori, nelle stesse piazze a spacciare. Il tutto sotto gli occhi delle forze dell’ordine che scoraggiate, iniziano a perdere la fiducia. “E’ stato rilevato il fatto che arrestare, senza custodia in carcere, e il giorno dopo vedere nello stesso angolo di strada lo spacciatore preso il giorno prima, incide anche sulla demotivazione del personale di polizia che tanto si impegna su questo versante e vede la propria attività essere posta nel nulla quando il giorno dopo li ritroviamo nello stesso posto”, queste le parole del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che insieme al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sta lavorando al  provvedimento di una norma per punire con il carcere gli spacciatori abituali, quelli che si macchiano di recidiva e, una volta usciti dal carcere, riprendono il lavoro lasciato in sospeso; lo spaccio.

L’obiettivo del Viminale? Superare la disposizione dell’articolo 73, comma 5, dedicato al traffico illecito di lievi quantità di stupefacenti, il quale, per questi casi, non prevede l’arresto immediato. Ciò permette agli spacciatori, specialmente quelli alle prime armi, di svolgere il loro “lavoro” senza correre poi così tanto il rischio di venir arrestati. Attraverso la nuova norma, però, sarà possibile arrestare immediatamente, attraverso  la custodia cautelare, “coloro che si macchiano di questo reato”.

Eppure, la questione “droga” rimane aperta. I cittadini sono divisi tra chi è a favore della legalizzazione (considerata una via valida per ridurre la criminalità, nonché una fonte economica per lo Stato) e chi richiede delle normative più rigide al riguardo (punire con il carcere sia gli spacciatori sia i consumatori, così da poter estirpare del tutto questo malessere sociale).

Da quanto si è potuto vedere negli anni, l’Italia non è ancora pronta per una soluzione finale in merito. Bisogna però cercare un’alternativa per sconfiggere la criminalità organizzata e la proposta del ministro dell’interno Luciana Lamorgese può essere l’inizio per un qualcosa di costruttivo, capace di ridurre lo spaccio nonché gli allarmi sull’ abbassamento dell’età dei consumatori di stupefacenti (ormai sono sempre di più i giovanissimi a farne uso).