Di Cecilia Cerasaro. L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova la sanità italiana, ma anche l’economia della nazione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sembra combattuto tra la necessità di tenere al sicuro la popolazione per scongiurare il contagio e quella di evitare la diffusione del panico e delle relative conseguenze sulle finanze del paese. Ma le misure in parti contradditorie adottate dal governo e la spaccatura fra governo e regioni in questo momento rischiano di peggiorare la situazione.
I primi attriti sono nati sulla gestione delle risorse per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Mentre Conte ha annunciato che chiederà 3,6-4 miliardi di deficit aggiuntivo da cui attingere i fondi, dall’opposizione leghista, e in particolare da Luca Zaia e Attilio Fontana, i presidenti rispettivamente di Veneto e Lombardia, le due regioni più colpite dal virus, arriva una richiesta molto più consistente, di 20 miliardi di euro.
Il messaggio di unità politica che è arrivato subito dopo i primi casi accertati è stato disatteso, e le conseguenze si vedono. Infatti secondo Confturismo si sono già persi 3 miliardi nel settore per il coronavirus, perché l’allarmismo e l’ambiguità hanno spinto molte nazioni a sospendere il traffico aereo con l’Italia e a sconsigliare viaggi nel nostro paese. Se a questi dati si aggiungono i 5 miliardi di perdite che secondo Confcommercio sono dovute alla sfiducia sulla sicurezza dell’importazione dei prodotti Made in Italy, il pericolo è che il prodotto interno lordo italiano subisca un tracollo dello 0,2%, come afferma il governatore della Banca di Italia Visco.
E non aiutano di certo le iniziative personali, come quella del governatore PD delle Marche Luca Ceriscioli, che la settimana scorsa ha emanato l’ordinanza, revocata dopo poco da Conte, di far chiudere tutte le scuole prima dell’accertamento del primo caso nella regione. Dimostrazioni di incoerenza simile da parte delle autorità contribuiscono ad alimentare la confusione nella popolazione, che nella mancanza di chiarezza sulla gravità del pericolo teme il peggio, si affida a fake news e le diffonde nel mondo.
E questo è il minimo se si pensa al video in cui il succitato Fontana annuncia di essere venuto a contatto con una collaboratrice infetta e di indossare una mascherina per evitare di contagiare altre persone. Peccato che il tipo di mascherina mostrata non fosse adatta a questo scopo. Si auspica che almeno il presidente della Regione Lombardia si informi prima di diffondere indicazioni sbagliate ai suoi cittadini. In questo clima non c’è da meravigliarsi se i lombardi si precipitano a svaligiare i supermercati, misura del tutto inutile e insensata.
Ma la massima incoerenza è dimostrata dai quei politici che dopo aver auspicato per mesi la chiusura delle frontiere con la Cina quando ancora il virus non era in Italia e aver criticato il governo per non aver preso una decisione in tal senso, aver sconsigliato di frequentare ristoranti cinesi, adesso se la prendono se all’estero si adottano queste misure con l’Italia. Due pesi e due misure, secondo i nazionalisti. E intanto il razzismo da loro alimentato ha portato a numerosi aggressioni fisiche ai danni di cittadini asiatici. Rimane un mistero come queste potessero risolvere il problema secondo i nostri incivili concittadini.
Coronavirus, la spaccatura fra Conte e le regioni sull’orlo della crisi economica