Di Irene Bollici. E’ sempre stato molto sottovalutato il concetto di “abbandono” specialmente per quanto riguarda i bambini.

Sì, quei piccoli che nei loro primi attimi di vita sono costretti a vivere in braccia che non sono quelle della mamma o del papà, ma bensì di altri che guardano più il proprio interesse che fare devvero le veci dei genitori. Almeno una volta abbiamo sentito parlare di orfanotrofi, strutture che “accolgono” i bambini abbandonati dalle proprie famiglie, solitamente perché i genitori, troppo poveri, non hanno abbastanza denaro per crescerlo.

Il punto è: ma questi bambini sono davvero nel luogo se non poprio ideale ma almeno sicuro ?

Andiamo un attimo indietro nel tempo non di molto. Era il 1990 quando venne scoperto in Romania, le atrocità racchiuse dentro gli orfanotrofi di Ceausescu, dittatore e presidente della Repubblica Socialista di Romania, il quale, nel 1966 emanò un decreto il 770 con cui rese l’aborto e i metodi contraccettivi illegali per le donne al di sotto dei 45 anni e con meno di 4 figli, con eccezioni in caso di stupro e complicazione nel parto che avrebbero compromesso la vita della paziente. Fin qui potrebbe sembrare tutto normale, una soluzione ad un problema, quello del calo delle nascite.

Così l’aumento di gravidanze indesiderate da famiglie piegate dalla miseria portarono al sovraffollamento degli orfanotrofi, anche se sarebbe meglio chiamarli lager per bambini. Si perché quello che venne scoperto, negli anni successivi ha dell’inverosimile.

A spiegarci i traumi che hanno subito queste piccole vittime è Nathan Fox dell’Universtà del Maryland USA.

“I bambini venivano messi prima nelle culle in fila indiana e poi in letti sterili, crescevano senza alcun tipo di stimolo, finivano a non piangere nemmeno, c’era un enorme e insolito silenzio dovuto al fatto che i bambini all’inizio piangevano ma esasperati dal fatto che nessuno li ascoltasse smettevano” dice Nathan e aggiunge anche ” in questi orfanotrofi non c’era una mamma o un papà o anche solo un assistente a cui importasse dei piccoli orfani, erano tanti, migliaia morti senza che nessuno se ne accorgesse, abbandonati a loro stessi”.

Ma la scena più terrificante di questa terribile tragedia, accadeva a Bucarest negli anni del regime, concluso nel 1989 con la morte di Ceausescu.

A portare alla luce la storia di questi bambini furono le rivoluzioni e le rivolte avvenute a Bucarest a causa di questo regime totalitario.

Nella capitale si parlò di maltrattamenti fisici, denutrimento,  condizioni igenico sanitarie inesistenti e abuso sessuale  fino a vessazioni psicologiche, che hanno influito negativamente sullo sviluppo mentale dei bambini su cui oggi, dopo molti anni di silenzio, l’Istituto Indagini sui Crimini comunisti sta indagando, per trovare i responsabili diretti e indiretti nel Caso Orfani Ceausescu, e dal materiale raccolto,l’aula di tribunale gli aspetta proprio quest’anno.

Quando i bambini subiscono violenze, abusi o sono trascurati, lo stress tossico che ne risulta impedisce al cervello di stabilire connessioni neurali, portando i bambini ad avere difficoltà di apprendimento e di comportamento, per questo i pochi sopravvissuti portano con sé i segni di un disagio indelebile. Oggi la situazione in alcun paesi sia migliorata e come, invece, in altri sia di gran lunga peggiorata.

Nel primo caso prendiamo in considerazione l’Italia che, nel 2006 con la legge 149/2000, ha deciso di chiudere tutte le strutture chiamate fino ad allora “orfanotrofi” e di collocare i bambini abbandonati in strutture educative come ad esempio le Case Famiglia.

Non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda la Russia, infatti le autorità russe hanno ordinato l’arresto di due infermiere, accusate di aver picchiato tre bambini in orfanotrofio dopo una notte passata ad ubriacarsi. A riportare la notizia shock è stato il New York Times che racconta come le due donne avrebbero aggredito i bambini per farli smettere di piangere.

Una delle due vittime, che aveva solo 7 mesi, è stata ritrovata avvolta in un lenzuolo per soffocare le urla, mentre un altro bambino di 3 anni e 10 mesi è stato ricoverato per lesioni multiple.

Ma ancora peggiore e la storia di tre bambine cambogiane, prese dalla direttrice i un orfanotrofio inglese in cambio di soldi, costretti a raccontare di aver perso i genitori e di non avere sorelle.

Sembrerebbe che al momento dell’adozione le bambine mantennero il segreto, ma non durò molto, la più grande delle tre sorelline confesso ai genitori adottivi tutta la verità. I due coniugi si mobilitarono, si misero in contatto con le altre famiglie che aveva adottato le due sorelle,e  dopo mesi e mesi di ricerche, scoprirono un mercato nero di bambini.

Storie surreali, che però accompagnano la nostra vita tutti i giorni, situazioni che continuano ad esistere grazie all’indifferenza della gente che non guada oltre il proprio “io”.

C’è sempre stato detto che l’indifferenza è la migliore arma, e forse è vero, ma non è applicabile in tutti i casi, non quando di mezzo ci sono vittime di pochi mesi, di pochi anni, a cui la vita ha voluto male fin da subito. Bambini indifesi  l  che possono solo  subire, bambini che per colpa di mani violente e menti malate non crescono con sogni o obbiettivi, bambini che hanno bisogno di genitori o persone che lo amano e no dell’indifferenza di quella società che li guarda e li reputa l’ultima ruota del carro.

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