Di Giada Cristiani. Sin da quando siamo piccole ci vengono vietate alcune cose perché la vita è troppo pericolosa per essere affrontata, soprattutto per delle bambine che sono sempre quelle più fragili; la società ci spinge a credere che dovremmo essere, crescendo, fidanzate con qualcuno capace di proteggerci e farci sentire quel senso di protezione, senza mai scappare perché quel che ne verrà poi è l’amore. E se fossero proprio questi pensieri imposti ad uccidere le nostre donne? Le nostre sorelle? Perché vite di ragazze di diciotto anni devono essere spezzate per della droga, pur sapendo quanto essa può recare danni? Perché sbilanciarsi così oltre e dichiararlo “regalo di compleanno” senza dire la verità? Perché proteggersi invece di proteggere una ragazza morta, una delle tante ragazze, donne, morte.

Abbiamo una vita e come tale vogliamo che si rispetti, abbiamo dei sogni e come tali vanno rispettati, abbiamo dei progetti  e come tali vanno valorizzati. Le donne, tutte le donne, vanno valorizzate, va dato  loro importanza.

Nel caso di Chiara a tutto questo si unisce il dolore: e per la sua famiglia  durerà per sempre mentre un buco di eroina  dura due secondi, ed in molti casi, come in questo, è forse il primo e comunque l’ultimo.

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