Di Sara Scarozza . Infanticidico, questo è il termine corretto per parlare della sorte che è capitata al piccolo Gabriel. Due anni e mezzo, troppo piccolo, ritrovato non per suo volere all’interno di una macchina con i suoi genitori, troppo presi in quel momento da un desiderio sessuale, passione viscerale, tale da fargli dimenticare di avere il loro stesso figlio nei posti dietro del veicolo, nel campo dove si erano appartati. Gabriel non aveva colpe, troppo piccolo anche solo per compiere qualcosa di sbagliato, ha fatto solo quello che aveva in suo possesso a quell’età, piangere. Ha pianto per la situazione strana che si stava svolgendo davanti hai suoi occhi, ha iniziato a piangere senza sosta per manifestare il suo disagio nel trovarsi obbligato a stare in quel piccolo abitacolo e vedere i suoi genitori in procinto di avere un rapporto sessuale davanti a lui, troppo piccolo per capire quello che stava accadendo, ma capace di percepire la sensazione strana che circolava nell’aria, disagio. Ha pianto senza sosta, ira da parte dei genitori interrotti dal fastidio delle urla, poi nulla tutto è finito, Gabriel è stato ucciso da sua madre, strangolato con un calzino stretto al collo. Il 17 aprile 2019 Gabriel Feroleto è morto a Piedimonte San Germano in provincia di Frosinone, per mano di suo padre Nicola che ha buttato il cadavere in mezzo a dei rovi e obbligato la moglie di uccidere il piccolo, e Donatella Di Bona artefice della morte. Due mostri che subito dopo l’accaduto, durante il processo, il giudice stesso ha fatto fatica a definire con la parola “genitori”. È riuscito a trovare giustizia però Gabriel, una giustizia che ha un sapore amaro, giustizia per ogni lacrima che ha versato dentro quella macchina. La madre è sta condannata a 30 anni di carcere con rito abbreviato, invece il padre ha scelto il rito ordinario è stato condannato all’ergastolo. Gabriel è morto per colpa di aver pianto, è stato ucciso perchè secondo i genitori doveva tacere e guardare loro che consumavano il loro rapporto sessuale e forse dopo si sarebbero ricordati di avere un figlio. Morto con la consapevolezza, che quelli che lo hanno ucciso non erano i suoi genitori ma due mostri.