Di Martina Di Lernia. Recovery found: parola sulla bocca di tutti, piena di promesse e di bugie…visto da che pulpito vengono queste elargizioni. Un esempio? La Cultura: al settore della cultura e del turismo, tra i più importanti e colpiti dalla crisi economica, verranno erogati solamente 3,1 miliardi di euro; nonostante l’esecutivo, più volte, abbia rimarcato la loro importanza, ha nuovamente deciso di farsi beffa di loro, penalizzandoli se possibile ancora di più: esilarante se si pensa che il loro fatturato è pari circa al 13% del prodotto interno lordo nazionale.

Il ministro Franceschini aveva promesso, inoltre, che avrebbero ricoperto il ruolo di perno per il rilancio del nostro Paese: un perno molto indebolito e sventurato, che vale l’ 1,6%.

Questa notizia arriva come una doccia gelata in un momento molto delicato per la cultura e per il turismo: i musei continuano ad essere chiusi, mentre si calcola che le presenze dei turisti in Italia, da un anno, si sia dimezzato, per una perdita complessiva di circa 100 miliardi. Teatri, musei e cinema, infatti, sono stati tra i primi a chiudere lo scorso marzo e gli ultimi a riaprire quando si sono allentate le misure in estate, e infine, sono stati richiusi con la seconda ondata, finendo nell’obblio; una scelta ha lasciato perplessi i cittadini, che hanno da subito manifestato l’importanza che la cultura occupa anche in un momento di difficoltà, soprattutto se, come è stato provato, i contagi avvenuti nei mesi di ri-apertura sono stati rarissimi.

Ancora una volta, il governo ci ha dimostrato di non dare il giusto valore al nostro settore più importante, non solo a livello economico, ma anche e soprattutto a livello umano: in questo anno difficile avremmo potuto consolarci almeno con una visita in qualche luogo, approfittando dell’assenza di turisti per diventare noi i turisti, per ammirare con i loro occhi stupiti le bellezze che il nostro Paese ha da offrire, ma che molto spesso trascuriamo e non riusciamo a cogliere. Così, mentre tutto questo ci viene impedito, molti musei hanno deciso di investire sulla digitalizzazione, organizzando dei veri e propri tour virtuali per visitare i luoghi comodamente dal nostro divano, senza ricorrere a nessun rischio.

Una soluzione sicuramente valida ma che non potrà mai sostituire lo stupore di ritrovarsi davanti un’opera d’arte, e sentire il cuore riscaldarsi e battere un po’ più forte.