• Di Francesca Zaza. Tra le proposte cinematografiche di questa settimana vi è ‘’It follows’’ , un horror/thriller del 2014 diretto da D.R Mitchell e premiato al Festival di Cannes dello stesso anno.

Si tratta di un film che ha dato luogo ad un ampio dibattito tra coloro che hanno apprezzato l’originalità dei temi trattati e i sostenitori degli ‘’ horror tradizionali’’, i quali preferiscono di gran lunga i classici schemi che risultano, però, sempre efficaci: il trasferimento di una famiglia all’interno di una casa isolata, in cui inizieranno a manifestarsi eventi paranormali.

It follows è qualcosa di più, va oltre ‘’la banalità del normale’’ ed è proprio questo aspetto che ha attirato maggiormente l’attenzione del pubblico. Nonostante ciò, non si può dire che il regista non abbia preso in considerazione alcuni elementi tipici, seppur in minima parte; difatti, non è un caso che al film sia stato attribuito l’appellativo di ‘’ moderno-classico horror’’.

Al centro della narrazione vi è la storia di Jay, una comune adolescente che vive in una cittadina americana e che spende le sue giornate ripetitive tra scuola e amici. Finalmente la monotonia sembra spezzarsi nel momento in cui conosce un ragazzo proveniente da un’altra città, con il quale instaura fin da subito un forte legame. La situazione non prosegue però come previsto: le cose andranno a complicarsi quando, dopo il suo primo rapporto sessuale, la protagonista scopre di essere stata infettata da una maledizione mortale. Jay cadrà, quindi, vittima di una forza soprannaturale e perversa capace di assumere qualsiasi sembianza umana a suo piacimento, anche quella delle persone a lei care,pur di attirarla lentamente verso la morte. Una volta uccisa la teenager, It, la potenza ancestrale, tornerà a perseguitare il bersaglio precedente, a meno che quest’ultimo non riesca di nuovo a trasmettere sessualmente la maledizione ad un altro individuo, generando così un vero e proprio ciclo continuo, destinato a durare in eterno.

Dubbio, percezione del pericolo, angoscia, paura dell’ignoto: sono queste le costanti che caratterizzano l’intera durata del film. Al contrario delle tendenze moderne, It follows riesce a intimorire gli spettatori anche senza mai mostrare totalmente ‘’ la creatura mostruosa’’, la quale riesce sempre a mimetizzarsi tra la massa. Nonostante ciò, il regista, fin dall’inizio, ci regala numerosi informazioni riguardo la forza inquietante e la sua dannazione, ma al tempo stesso non lascia trapelare nulla sulle sue origini.

Ma chi sono i veri protagonisti della vicenda?

Quello che viene raffigurato è il mondo dei giovani e in particolar modo il complesso passaggio all’età adulta che tanto li spaventa. Vengono mostrate le ansie, insicurezze e le paranoie che segnano inevitabilmente il presente e il futuro dei ragazzi. Ci troviamo allora catapultati in un ‘’universo’’ dove è evidente la mancanza non solo dei genitori ma anche di qualsiasi altro punto di riferimento e dove gli adolescenti sono chiamati a dover affrontare le numerose sfide della vita quotidiana. Essendo lasciati soli, infatti, essi possono trovare la forza e il coraggio di reagire soltanto tra di loro e sono costretti a guardarsi alle spalle piuttosto che focalizzarsi sul futuro che li attende.

L’assenza mostrata in It follows non riguarda solo le famiglie, ma l’intera società americana del tempo. Quest’ultima si rivela del tutto incapace di fornire ai giovani le strutture adeguate ad accompagnarli nella fase più critica: la crescita. Simbolo di questo vuoto incolmabile è la città di Detroit, in cui è ambientata la storia, dove viene messo perfettamente in evidenza il decadimento urbano.

Paradossalmente, se da un lato vi sono le difficoltà che si presentano nel corso della vita, dall’altro, la morte riveste un ruolo determinante. Di fronte ad essa, i protagonisti si ritrovano quasi impotenti e pian piano acquistano la consapevolezza che non si può combattere contro di lei e che bisogna solamente affrontare faccia a faccia l’insorgere delle paure.

It follows è dunque un film che mette in campo i traumi giovanili, che insegnano ma al tempo stesso segnano l’esistenza di ognuno di noi. Ed è proprio per la sua originalità che vale la pena di vederlo!