Di Sara Mercuri. La tiroide è una piccola ghiandola posta alla base del collo. E’ una cosa tanto piccola quanto importante perché controlla molte funzioni dell’organismo attraverso la produzione di ormoni.

La cosa buffa è che la tiroide è a forma di farfalla, animale simbolo di leggerezza, di serenità e libertà, eppure se essa non funziona bene queste sono proprio le cose di cui ti priva.

Noi donne siamo molto più soggette ai problemi legati alla tiroide, problemi che nella maggior parte delle volte causano disagi fisici e psicologici.

Quando la tiroide produce troppi ormoni ( ipertiroidismo) ci si sente nervosi, in ansia, iperattivi e si ha in genere una perdita di peso allarmante, caduta di capelli, pelle secca e battito cardiaco irregolare.

Se la tiroide non produce abbastanza ormoni (ipotiroidismo) ci si sente sempre gonfi, stanchi, si aumenta di peso, si soffre di dolori articolari e si rischiano anche infertilità e malattie cardiache.

La cosa più brutta che provoca la tiroide è che non ci si sente se stessi, una persona molto attiva può ritrovarsi a non riuscire più a fare ciò che faceva prima per la mancanza di forze.

Soffrire di queste patologie vuol dire sentirsi triste senza un reale motivo, sentirsi depressi, non riuscire a dormire.

Ma significa anche essere bloccati in un corpo che non si sente proprio, vederlo trasformarsi senza il proprio volere.

Ma soprattutto, il mal funzionamento della tiroide porta via la quotidianità di chi ne soffre e talvolta comporta problemi nella vita sociale perché si è lunatici o si vuole stare da soli.

Inoltre, la tiroide può presentare noduli, e purtroppo non tutti i noduli sono benigni, in questo caso si parla di tumori della tiroide.

In questo caso non sempre i sintomi si fanno sentire e proprio per questo è di fondamentale importanza fare sempre dei controlli.

La salute è importante e non va mai trascurata, la prevenzione molto spesso salva la vita.

Non permettete alle mille distrazioni della vita di allontanarvi da voi stessi.

Controllatevi, basta poco.

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