-Di Cristina Pantaloni- “Le donne servono al piacere dell’uomo. Stupra e massacra.”; parole crude, dettate da un comportamento violento che porta a disprezzare le donne e ad incitare altri uomini a seguire quel modello sbagliato. Questa è la realtà di uno scandalo scoppiato sulle piattaforme del social Telegram, nominato “ciukinismo” dal nickname dell’utente amministratore della chat. Quelle che venivano scambiate erano foto e profili Instagram, per lo più di minorenni, accompagnate dalla frase “chi secondo voi è la più stuprabile?”; ragazze inconsapevoli di quello che si svolge nei loro confronti, che non conoscono le minacce, gli insulti e i danni che riceveranno da questi bulli. I profili vengono infatti resi bersaglio di violenze sessuali, psicologiche, e in alcuni casi di veri e propri omicidi. I responsabili di questi atti sono quasi tutti ragazzi minorenni, che vengono continuamente giustificati dalle proprie famiglie con la tipica frase “sarà solo un gioco adolescenziale”, ma come può essere paragonata ad un gioco un minaccia di stupro o un considerarsi “pro” al femminicidio. Questi comportamenti criminali sono stati più volte oggetto di inchieste e ricerche da parte della polizia postale, e fondamentale nella ricerca è stato il contributo delle vittime, tutte di un età compresa tra i 12 e i 16 anni. Alcuni responsabili sono stati individuati dalla procura per i minorenni di Lecce, in seguito a numerose indagini, questi erano portavoce dello slogan “acido e botte per le donne”, tutti studenti dell’Istituto scolastico di provincia, che scambiavano in chat foto di loro coetanee e compagne; ma la grande macchina di questo “inno allo stupro” non è stata ancora del tutto spenta. Il grande problema lo si ritrova in effetti nella normativa in materia di gestione dei social e dei siti web; questa non riesce ancora a mettersi del tutto in atto per riuscire a sconfiggere nel profondo queste situazioni, rischiose soprattutto per i minori, coloro che, più di tutti, sono da tutelare e allontanare da ogni pericolo.