Di Madalina Ilincuta. Un cocktail di emozioni contrastanti, una notte furiosa e tempestata di rammarichi e parole non dette: quando l’amore incontra l’egoismo non promette mai un lieto fine.
Il film di questa settimana è ‘’Malcolm&Marie’’, filmato in 35 millimetri e illuminato dal bianco e nero della fotografia di Marcell Rév, un film di Sam Levinson che racconta attraverso due ore di puro dialogo, la serata trionfale di Malcolm, ma anche la sua peggiore lite. Ritornato dalla première del suo film come debuttante regista, si ritrova a piangere, ridere, cantare, litigare, fare pace per poi arrabbiarsi nuovamente con la sua compagna Marie, ex tossicodipendente e aspirante attrice, la quale ha rinunciato al suo sogno per supportare e consigliare il lavoro di colui che ama. Già dalle primissime scene si percepisce quanto l’euforia del regista infastidisca la giovane donna, la sua espressività ci fa capire che freme dalla voglia di sputargli addosso tutto quello che cova dentro, la delusione per non aver ricevuto un ringraziamento ufficiale durante il suo discorso la fa sentire incompresa e non apprezzata, perché l’ego di Malcolm è talmente grande da non riconoscere che se non fosse stato per il passato della sua amata e per il suo aiuto, non sarebbe mai riuscito ad esprimere quelle emozioni e quella autenticità, che solo chi ha vissuto sulla propria pelle il male della droga può capire. I due protagonisti vivono durante tutta la notte un’alternanza di momenti gioiosi, durante i quali si spogliano di quel velo di risentimento che contorna la loro relazione, si dedicano canzoni che trasmettono quel preciso messaggio in quel preciso momento, ma ricadono poi vertiginosamente nella paura di coloro che amano a tal punto da accettare qualsiasi difetto dell’altro, nonostante la sofferenza: Marie e Malcolm si sono sorretti a vicenda sin dal primo sguardo, l’uomo le è stata accanto quando lei è stata ricoverata in un centro per tossicodipendenti, nei suoi periodi di buia depressione, quando l’ha tradito e quando era sfinita dalla vita, tanto da arrivare a gesti autolesionisti e Marie, quando ha annullato tutta la sua vita per seguirlo nel suo lavoro.
La danza selvaggia di questi due protagonisti ricopre tutti gli ambienti della loro splendida casa californiana, (proprio perché le riprese sono state fatte durante il lockdown), data al regista dalla sua società di produzione cinematografia…perché sì, in realtà il terzo protagonista di questa vicenda, è proprio il film di Malcolm, grazia al quale di analizzano le pecche del cinema Hollywoodiano e l’incapacità della critica di cogliere la vera essenza della storia narrata, la politicizzazione di qualsiasi contenuto creato dagli artisti di colore e il problema dell’autenticità dei registi. Sam Levinson, con i furiosi litigi di Malcolm e Marie, ricrea perfettamente la sua lite con la moglie, perché lui stesso ha dimenticato di ringraziarla alla première del suo film ‘’Assassination Nation’’…c’è da dire che se vi piacciono i drammi d’amore e le lunghe (forse anche troppo lunghe!) riflessioni sui problemi di coppia,è questo il film. E…quanto sono emozionanti le relazioni complicate ed incomprese, le discussioni accese dalla passione e dalla paura di perdersi, il fuoco spento dalle frasi sussurrate in intimità….. Quanto sono dolci le carezze o teneri i baci dopo una discussione….