Di Simone Ferri. Con vite geograficamente vicine, rappresentano un’isola vastissima e piena di sole. Stiamo parlando di due cantautori siciliani, Colapesce e Dimartino, un’amicizia caratterizzata dalla musica e da passioni in comune, che li legano inevitabilmente.
La carriera se la sono costruita da soli, lontano dai riflettori, procedendo a fari bassi; hanno intrapreso percorsi diversi che sono sfociati nella stessa destinazione.
Invece di andare controcorrente, il duo segue una linea ben delineata e precisa.
Sono degli artisti raffinati ed attenti ai dettagli; cresciuti nel circuito indie, oggi sono gli autori di un pop ricercato e moderno.
Intendono la canzone come una poesia, nella quale prevale l’essenza dell’arte e si può attingere alla tridimensionalità.
La loro penna è in grado di dare all’ascoltatore una prospettiva particolare.
Hanno impressionato gran parte del pubblico a Sanremo 2021, presentando “Musica Leggerissima”, un brano pop contemporaneo che mette al centro dell’attenzione il suono, evocando melodie degli anni ’80-’90, molto orecchiabili, che fanno venir voglia di fischiettarla.
Il testo fa riflettere perché cerca di descrivere la riscoperta della persona, di ciò che abbiamo lasciato andar via in passato senza preoccuparci troppo.
La vera funzione della sinfonia in questo caso viene espressa molto chiaramente, ovvero offrire un’ancora di salvezza, una via di fuga dalla quotidianità e alleviare il peso del tempo in cui stiamo vivendo.
Questa traccia è inserita insieme alle altre 10 nel loro album “I Mortali”, scritto interamente a quattro mani e con due voci, nel pieno della maturità artistica, rafforzando il sodalizio e mostrando una spiccata capacità di adattamento.
Entrambi possiedono tanta elasticità ed è per questo che risultano sempre credibili.
Per incidere, sono entrati l’uno nella poetica dell’altro; si sono messi a nudo, compiendo un atto di intimità con la giusta alchimia.
Raccontano la loro terra in modo diretto e schietto, viscerale e romantico.
I pezzi affondano le loro radici nel panorama musicale italiano, con un sound attuale e godibile.
È un disco realizzato in maniera impeccabile, che celebra la vita e lo fa nel modo più spontaneo possibile, narrando fattori sociali; è il risultato di un miracolo di equilibrio, un’affinità di intenti che ha dato i suoi frutti.
Passare da un brano all’altro è come attraversare tutte le stanze di casa e trovarsi sempre a proprio agio: trasmettono un senso di famigliarità.
Il loro obiettivo è stato ed è tutt’ora comporre musica che resti nel tempo, che non passi mai di moda; essa regge sulle sue spalle il peso dell’incertezza.
Le sette note sono tutto ciò che serve per sentirsi vivi e non cadere mai nell’oblio.