Di Clarissa Leone. Tutti siamo caduti nella vita, anche più di una volta. Chi dice di non averlo mai fatto mente.
Cadiamo, perdiamo, falliamo, fa tutto parte del gioco, il gioco della vita, dell’essere vivi, di esistere.
Il problema però arriva quando per qualsiasi motivo in quel momento non abbiamo gli strumenti per rinascere dalle ceneri che è un compito non facile ma doveroso.
Purtroppo sempre più spesso e sempre più persone oggigiorno vivono male i fallimenti, si abbattono di fronte ad essi , non riescono a trovare la spinta per andare avanti e questo crea un disagio interiore. Questo disagio alle volte può diventare una voragine, un buco nero da cui non si riesce ad uscire: ti fa sentire impotente, una nullità, una persona senza futuro.
Purtroppo la società non aiuta: impone canoni, mette sotto pressione e ci fa credere che vada fatto tutto entro un certo periodo di tempo e perciò procura più stress e disagio, soprattutto a noi giovani che cerchiamo di costruirci un futuro in un momento storico di totale incertezza. Disagio che si fa sentire quando per esempio parliamo con gli amici e ci raccontano che tra poco andranno a convivere con il/la compagno/a di una vita, perchè è giusto così ci dicono, è così che si fa; oppure quando ci raccontano che hanno finito l’università e già trovato lavoro, mentre tu stai ancora studiando. Torni a casa ti guardi allo specchio e pensi di essere una nullità. Sono solo pochi semplici esempi di cose che per alcune persone, magari più sensibili, possono essere strazianti.
Bisogna pensare però che ognuno ha il proprio orologio di vita, il proprio tempo per realizzare le cose e in questi momenti di sconforto un amico che ti rialza l’autostima aiuta, ma la forza si trova dentro di noi.
Bisogna avere il coraggio di ascoltarsi e capirsi e una volta fatto questo rialzarsi, guardarsi allo specchio e ripetere “ce la posso fare. perché loro sì e io no? Io si invece”. Non importa quante volte cadi, quanto vale si vede da quante volte cadi e ti rialzi.