Di Giulia Capobianco. Fragili. Ci vuole coraggio ad essere fragili. Ci vuole coraggio ad ammettere di avere paura, ad ammettere di essere soli, anche se circondati da un’infinità di anime che abbracciano i tuoi pensieri. Ci vuole coraggio ad ammettere di aver bisogno di un sostegno quando tutto sotto di te trema, avvisando che tranne o molto quel tutto crollerà completamente.

È un treno. Un treno trainato da pensieri costanti. Il ricordo di una persona che non fa più parte della tua vita, nonostante sia ancora incastonato nel vagone della memoria. Trasporta finestre di sole, dove sorridi pensando di essere invincibile, forte. Guardi le finestre di sole con grande orgoglio, senza pensare che da un momento all’altro possa iniziare a piovere. La verità è che siamo fragili. La verità è che abbiamo paura, ma alle volte non pensiamo di averla e la nascondiamo, inconsciamente, in fondo alla scatola sigillata dei pensieri, quella che prima o poi getteremo nella spazzatura.

Poi arriva il momento. Il momento in cui sei costretto a recuperarla. A riaprirla. La paura fa paura, la fragilità fa paura, ecco perché le lacrime che scivolano su quel viso che ne ha vissute tante, ma le ha sempre nascoste tutte, rivelano il coraggio. Pensiamo di buttarlo fuori quando ci mostriamo sorridenti, sicuri che tutto vada per il meglio. La più grande prova di coraggio non è il sorriso. La più grande prova di coraggio sono le lacrime amare. Amare come quella pioggia inaspettata in un giorno di sole. Ed è lì la chiave.

Le lacrime che ti hanno fatto crollare a terra, le lacrime che hanno gettato i cocci della bellezza di un momento, quelle stesse lacrime, sono la chiave della serratura d’argento. Ammettere di essere fragile, ammettere di avere paura di essere fragile è la più grande vittoria. Ammettere di aver avuto tutto il mondo addosso, comprendere di essere riuscito a riaprire la scatola, è coraggio. Le lacrime sono come la pioggia. Il sorriso tornerà più colorato, come l’arcobaleno.