Di Giacomo De Santis e Federico Manzi. Nella gara valida per la ventinovesima giornata di serie A, la Roma affronta il Sassuolo, venendo da due sconfitte di fila, con Parma e Napoli, e con tantissimi problemi per colpa di, nazionali, infortuni e Covid, che hanno limitato anche i nero verdi, costretti a giocare senza alcuni dei loro uomini migliori, Berardi, Locatelli e Caputo su tutti. Il match inizia alle 15 e i giallorossi nei primi 17/18 minuti di gara sono completamente in balia degli emiliani, che non solo giocano meglio, ma hanno anche più di un’occasione per passare in vantaggio, una su tutte il palo di Maxime Lopez al 12’ minuto. La squadra di Fonseca non cambia mai radicalmente il ritmo della gara, ma riesce dal ventesimo in poi a portarla su un maggiore equilibrio, tanto che grazie ad una azione personale di Carles Perez riesce guadagnare un rigore, trasformato poi al 25’ dal capitano Pellegrini, che diventa anche il più giovane in questo campionato a realizzare almeno 5 gol e 5 assist, mettendone a segno rispettivamente 5 e 6. Il primo tempo quindi si mantiene su questo ritmo, in una partita molto combattuta da entrambe le parti, ma con i giallorossi, che chiudono la prima frazione, con qualche errore di troppo.

Seconda frazione di gioco che, almeno inizialmente, si apre con gli stessi interpreti e gli stessi ritmi del primo tempo. Roma che appare notevolmente passiva e senza idee chiare e precise nei singoli giocatori tanto che –come da presagio- al minuto 57 Traore appoggia il pallone in rete per il pareggio nero verde, su una dormita generale della squadra giallorossa da calcio d’angolo. Il Sassuolo, che oramai con De Zerbi gioca a memoria ad un solo tocco, sulle ali dell’entusiasmo e viste le evidenti difficoltà di Fonseca ed i suoi, continuano a spingere al minuti 69 arriva l’1-2 firmato Bruno Peres, su un ottimo inserimento e conseguente cross di Spinazzola sulla sinistra. Sembrava essere l’arcobaleno dopo la pioggia, il goal scaccia crisi che avrebbe potuto rilanciare i giallorossi nella corsa Champions, ma così non è stato. Soliti errori in fase difensiva, atteggiamento rinunciatario, con la Roma che praticamente, dopo il vantaggio, non si è fatta più vedere dalle parti del portiere avversario. Conseguenza: 2-2 di Raspadori a cinque minuti dal novantesimo e partita chiusa. Terza partita consecutiva in campionato senza vittorie e quarto posto che si allontana, ma la cosa più preoccupante –sembra strano dirlo- non è di certo questa: giocatori con le pile scariche dal primo all’ultimo minuto, senza rendersi mai pericolosi dalle parti di Consigli, squadra in netta difficoltà in ambo i reparti e la conferma di un allenatore che, dopo due stagioni, non riesce ancora a proporre un gioco degno di nota per cercare di insidiare i primi posti, schierando il più delle volte giocatori fuori ruolo per soppesare alle assenza pur di non cambiare modulo.

Insomma, il finale è tutto da scrivere, è vero. Ma a partire da giovedì, nella cruciale partita contro l’Ajax in Europa League, la Roma dovrà necessariamente invertire la rotta, con la consapevolezza che, a questo punto della stagione e con i risultati deludenti ottenuti fino ad ora in campionato, ogni match inizia a valere quanto una finale, da non sbagliare assolutamente.

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