Di Cristina Pantaloni- “Avere il ciclo non è un lusso”, poi si va al supermercato e si scopre che gli assorbenti sono considerati veri e propri beni di lusso, come una bottiglia di superalcolico, un cellulare nuovo, o una lavastoviglie di ultima generazione. Ciò accade perché l’Italia applica, ancora oggi dopo anni di manifestazioni e petizioni, l’aliquota ordinaria, tassandoli con il 22% di Iva. Come in Italia anche in Danimarca, Svezia e Norvegia, la tassa rimane vertiginosamente alta, pari al 25%, e raggiunge poi vette altissime con una tassazione del 27% in Ungheria. Ma di cosa si sta parlando, cosa si sta facendo passare per un bene di lusso, un accessorio femminile, come uno stivale o piuttosto una minigonna, o un bene di prima necessità. “Niente assorbenti dopo le 18 in zona rossa, non fanno parte dei beni di prima necessità”, è ciò che una ragazza di Lecce si è sentita rispondere all’acquisto di un pacco di assorbenti che le erano necessari; “devi certificare di avere il ciclo per comprarli”, sembra un episodio alquanto bizzarro ma si tratta della realtà, un’ulteriore negazione mossa nei confronti delle donne, “mi sono sentita in imbarazzo, privata di un qualcosa di cui non posso fare a meno”, ed è proprio questa la realtà dei fatti. Ma maggiore attenzione deve essere soprattutto rivolta al fatto che un’Iva cosi alta applicata su un bene di prima necessità non rappresenta un peso rivolto esclusivamente alle sole donne che ne necessitano, ma al contrario diviene un vero e proprio peso esteso all’intero nucleo familiare. E’ cosi che con poco l’intera ideologia di tassare gli assorbenti come un bene di lusso non è solo spinta da motivazioni legate all’economia, ma è anche e soprattutto legata alla sfera culturale; in effetti facendo questa scelta non solo la politica italiana trasmette un messaggio negativo, ma spinge inoltre a mettere ulteriore carico sul tema della discriminazione femminile e della parità di genere. Sostenendo quest’ultimo punto, anche la tanto conosciuta “agenda 2030” ne tratta il tema. Si continua così a credere che un giorno, molto presto, l’Italia scelga di seguire il modello di paesi come Scozia o Irlanda che hanno deciso di distribuire gratuitamente negli istituti lavorativi e scolastici assorbenti gratuiti, o ancora come Francia, Spagna o Regno Unito in cui la tassazione è scesa al 5%, e a sperare che gli assorbenti vengano riconosciuti finalmente come ciò che sono, necessità per ogni donna.