Di Leonardo Andreuccioli. Show e spettacolo nelle prime gare di F1 e MotoGP: sulle 2 ruote un Viñales indemoniato porta a casa una super vittoria mentre sul fronte delle 4 ruote un Hamilton sfavorito beffa un Verstappen sempre più competitivo.

MotoGP: dopo un 2020 pieno di sorprese, la MotoGP riparte col botto vedendo brillare nella notte di Losail la Yamaha di Maverick Viñales, autore di una vittoria in rimonta di forza. Che sia questo l’anno giusto per Maverick e la Yamaha di ambire al titolo? Il pilota spagnolo lo scorso anno è mancato di continuità, anche per cause prestazionali. Chissà che durante il periodo di pausa non abbia lavorato proprio sui suoi punti deboli. Buona prestazione anche per il compagno di squadra Quartararo, al traguardo 5°. El Diablo dopo un anno pieno di rimpianti ed errori come il 2020, avrà sicuramente voglia di rifarsi. Bisogna però guardare i due lati della medaglia: se la Yamaha ufficiale brilla non si può dire lo stesso del team satellite Petronas. Il Dottore porta la moto a punti arrivando però solo 12° mentre il compagno di squadra, vice campione del mondo, Morbidelli, arriva penultimo, evidenziando enormi problemi prestazionali della Yamaha M1; in gara il passo è lento causa soprattutto la progressiva rapidità dell’usura della gomma posteriore ed un motore che non riesce a stare al passo degli altri team. Il campione del mondo 2020, Joan Mir, arriva 4°, sbagliando l’uscita in ultima curva, venendo  superato in volata da Zarco, con la Ducati Pramac e Pecco Bagnaia, con la Ducati ufficiale, che completano il podio. Il francese, dopo un anno passato nell’altro team satellite Ducati, Avintia, dimostra di meritarsi una moto competitiva per il suo talento, battuto il compagno di squadra rookie Martin, solo 15°. Discorso opposto per il team ufficiale Ducati, Pecco Bagnaia stupisce fin da subito piazzandosi prima in pole il sabato ed arrivando terzo la domenica, arrivato con molti dubbi in Ducati ufficiale dopo il 2020, gara pulita senza troppe sbavature, battendo il compagno di team Jack Miller, colui che doveva sostituire il partente Dovizioso, stecca la prima gara arrivando solo 9°, sorpresa in negativo in quanto arriva in Ducati Ufficiale dopo 3 anni in Ducati Pramac.

F1: come per la MotoGP, non si può dire che la F1 non sia stata uno show pieno di colpi di scena continui. Partendo dal vincitore del gran premio, scontato (o forse no?), Lewis Hamilton che si aggiudica una gara partendo come raramente accaduto da sfavorito nei confronti di un Max Verstappen, 2° al termine del gran premio, che domina per tutto il weekend e dimostra come la RedBull del numero 33 sopra sia più di  semplice rivale della Mercedes. Vittoria che però viene sporcata da un episodio determinante nella gara: al 55° giro Verstappen dopo essersi fermato al box, riduce il distacco dal leader Hamilton con una sosta in meno dell’olandese, al momento del sorpasso in curva 4 l’olandese esce con tutte e 4 le gomme dalla pista, successivamente il team gli ordina di restituire la posizione al pilota inglese per evitare di essere richiamati dagli ufficiali da gara. I precedenti in quella curva durante il gran premio dimostrano però come i limiti della pista fossero ben più oltre quelli stabiliti dalla fisionomia della pista, in quanto la FIA aveva annunciato durante la gara stessa il permesso di andare oltre tali limiti. Le polemiche sorte nel post gara sono dovute soprattutto al fatto che il regolamento sia sempre meno chiaro e sempre più in mutamento, tanto che non si riesce a capire l’interpretazione di tale regolamento portando spesso ad eventi regolamentari spiacevoli, come successe a Vettel in Canada 2019. Completa il podio un sempre più anonimo Bottas, il pilota finlandese non si dimostra mai realmente al pari dei primi due, dando sempre più l’idea che la sua permanenza in Mercedes sia dovuta al fatto che il suo manager è Toto Wolff, team principal Mercedes. Nonostante ciò, rimane in agguato l’ipotesi George Russell come successore del finlandese. Importante e fondamentale citare l’ottima prestazione della Ferrari, vettura migliorata di più rispetto allo scorso anno, i due giovani ferraristi Leclerc e Sainz, arrivano rispettivamente 6° e 8°. Da notare come durante il gran premio anche il box si sia comportato egregiamente: pit-stop molto rapidi e strategia in linea con la gara da svolgersi. La Ferrari di Leclerc cede nel finale a causa dell’usura gomme ad un Norris sempre più maturo in un McLaren che si dimostra più di classico team di mezzo che può ambire al podio se non di più, e ad un Perez strepitoso partito dalla pit-lane a causa di un problema elettronico durante il giro di formazione. Menzioni onorevoli vanno fatte quali: Yuki Tsunoda, arrivato 9°, mostra subito carattere e personalità nonostante la giovine età (primo 2000 in F1) su un’Alpha Tauri sempre più in crescita in ambito prestazionale; Fernando Alonso, ritiratosi per un problema ai freni, fino al suo ritiro in zona punti con un’Alpine non all’altezza dei team di mezzo; Alfa Romeo, insieme alla Ferrari, sembra essere l’auto più migliorata, difatti Raikkonen e Giovinazzi arrivano 11° e 12° mantenendo dei distacchi dalla zona punti abbordabili. Purtroppo però vi sono anche delle prestazioni sottotono che non passano inosservate: la più lampante quella di Sebastian Vettel che tampona alla fine del rettilineo principale Ocon, lamentandosi inutilmente in quanto l’errore sia il suo; e proprio lo stesso Ocon che durante tutto il weekend non tiene il passo del compagno Alonso, tornato dopo 2 anni di pausa dalla F1. Il bilancio della prima domenica di motor sport del 2021 è tutto fuorché una delusione: show e spettacolo hanno dominato nella prima gara di entrambi gli sport, conditi da colpi scena e prestazioni incredibili, si prospettano delle stagioni ricche di emozioni!

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