Di Mirko Vinci. Giunge al termine la saga vichinga più famosa di sempre. Esce su Netflix l’atto conclusivo della celebre saga che anno dopo anno ha radunato attorno a sé una cerchia di fan sempre più accaniti. Da un padre ad un figlio, seguendo la storia di un’intera generazione, la serie televisiva nata dalla mente di Michael Hirst ha immerso il telespettatore in una realtà molto lontana dalla nostra. Sacrifici, Dei, rituali ed un popolo bramoso di compiere razzie in giro per il mondo sono gli ingredienti per un cocktail storico d’eccellenza. Se la brama di potere è certamente il tema più scontato che si potrebbe andare a trattare guardando Vikings, ne spuntano alcuni decisamente più importanti e sicuramente più moderni. La storia ci ha sempre insegnato di come la religione nel passato, come ancora oggi in alcune zone del mondo, abbia insanguinato le pagine dei libri che leggiamo con delle guerre mosse da interessi a fini politici mascherati da ideologie anti-eretiche. Oggi si vive in un mondo che si sta impegnando moltissimo ad abbracciare ogni forma di diversità possibile ed immaginabile, al fine di vivere in una comunità di rispetto reciproco basata sul rispetto dell’essere umano: anche se con qualche difficoltà. Cristianesimo contro paganesimo è senza ombra di dubbio un filo rosso conduttore nelle sei stagioni di questo must storico, che fa sorgere un sorriso di tanto in tanto quando ci si rende conto di quanto siano inutili molte volte guerre e bagni di sangue e quanto più funzionale invece sia la cooperazione reciproca. Se il protagonista della serie è il classico maschio alpha, robusto, autorevole e temuto; a rubargli decisamente la scena sono le donne: sono loro le vere protagoniste della serie. Modelli e storie che sono gli stessi che vediamo sotto altre vesti nella nostra società moderna. “Perché io non posso prendere in mano un’arma e scendere in campo insieme a voi da vostra pari?”. Da contadine a guerriere, da guerriere a leader. Vikings presenta una miriade di volti femminili, che grazie a delle eccellenti interpretazioni riesce a dare degna giustizia a ciascuno di essi. Storie diverse, ma che hanno un minimo comune multiplo: essere donna e volerlo urlare ad un mondo all’epoca terribilmente patriarcale… anche se in dei modi sicuramente meno civili.