Di Francesco Stefanelli. Lo scenario che si prospetta è quello della classica spiaggia Californiana illuminata da un brillante sole estivo mentre una cerchia di giovani si spartisce una cassa di birra tra un’onda e l’altra ed uno stereo passa le canzoni più in voga del Warped Tour della Vans. È questo lo sfondo che fa da cornice a quel meraviglioso capolavoro generazionale che è Morning View degli Incubus. Quarto album in studio della band, a cui fa capo l’eclettico chitarrista Mike Einziger ed al frontman passionale Brandon Boyd, segna l’apice compositivo del gruppo, mettendo in moto le vibes tipiche di un pomeriggio in spiaggia durante il break primaverile. Il titolo dell’album è dovuto alla via in cui si è registrato esso, appunto “Morning View Drive”, che a detta del bassista Alex Katunich era il posto ideale dove far confluire le idee necessarie a registrare l’album definitivo. L’aria che si respira all’interno dell’Lp è distinta da una marcata matrice ambient mescolata alla ruvidezza del sound che li ha contraddistinti nei precedenti lavori come Make Yourself e S.C.I.E.N.C.E. . Menzione d’onore al chitarrista Einziger che ha curato nei minimi particolari il proprio sound, denotando non solo la sua qualità professionale come musicista, ma anche rendendo riconoscibili gli Incubus al primo guizzo di ogni ascolto. L’album parte sul groove di basso e dal delay della chitarra di Nice to Know You e accompagnati dalla voce melodica e potente di Boyd si preannuncia la morte dell’ego per favorire la nascita di una nuova consapevolezza di un disegno più grande della vita, ancora tutto da scoprire in una nuova ottica ottimistica. La parte grezza del loro sound viene fuori di botto da Circles, a sottolineare il messaggio del brano: qualsiasi azione venga perpetrata a danno di qualcuno prima o poi ritornerà indietro, perché la vita è un cerchio continuo “Know that everything moves in circles”. A volte un amore non va necessariamente interpretato come quello tra uomo e donna, ma può essere indirizzato ad una persona cara, un luogo passato, un’esperienza. Wish you Where Here incorpora perfettamente quelle sensazioni di nostalgia che tornano dritte in faccia, accentuato ulteriormente dall’alternanza di momenti calmi e leggeri a riff di chitarra granitici. Chris Kilmore alla console fa partire delle interferenze di phaser che danno il là a Just a Phase, che dal titolo preannuncia già le tematiche che affronta: il percorso di crescita interiore di una persona è costellata di tappe, di fasi, ed esse non sono sempre un male, ma uno strumento per maturare. 11 am mette in risalto il rimorso di aver terminato una relazione, ricordando i momenti passati “Seven a.m., the garbage truck beeps as it backs up and I start my day thinking about what I’ve thrown away” in contrapposizione con l’adesso “Eleven a.m., by now you would think that I would be up but my bedsheets shade the heat of choices I’ve made”, rendendo partecipe l’ascoltatore del dolore che si prove nell’essere immobili ai cambiamenti. ma non tutte le volte si va verso il peggio, e in Blood on the Ground i rapporti di amicizia e amore tornano a saldarsi anche se in una prospettiva di indifferenza. Un dolce arpeggio di chitarra stende il tappeto per la ballad Mexico. Mexico non è il paese a cui ci si potrebbe banalmente riferire, ma un posto ideale dove fuggire, rifugiarsi, nel caso lei/lui non cambi modi e atteggiamenti. Non solo aria di cambiamento, ma anche di liberazione. Anche Echo è una condensa di amore infinito, che attraverso di esso si cerca la liberazione. Have You Ever è una canzone non solo di confronto, ma di rabbia. La canzone può anche essere interpretata come un brano autobiografico del frontman Boyd circa la fine della sua relazione. E la rabbia viene sputata dritta in faccia. le ultime tracce dell’album, Are You In? , Under my Umbrella e Aqueous Transmission, racchiudono l’intero significato dell’album, corredate da quell’atmosfera chill tipiche del gruppo: La vita viene attraversata da momenti bui, difficili e pieni di delusioni, che siano amorose o di altra natura. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, ma è attraverso di essi che si può ripartire e crescere, “rinascere” per usare un tema più alto . E gli Incubus in questo lavoro sono riusciti a farci rinascere.