Di Giulia Orsi. Sembra una fiaba per bambini eppure è ciò che succede nella vita reale, infatti,  il tema trattato dal film documentario My Octopus Teacher,  segue il decorso di un’amicizia fra una piovra ed un filmaker  naturalista africano di nome Craig Foster. Quest’ultimo fece amicizia con questo animale circa 10 anni fa ed ha portato avanti i loro incontri per circa un anno, fino al decesso della piovra per cause naturali. Il documentario non solo è mozzafiato per gli scenari ripresi quali i fondali marini, ma è delicato e tenero e mostra un lato insolito e sconosciuto di una specie che tutti noi crediamo, fino ad oggi, incapace di provare empatia e instaurare legami. Inoltre per Foster il suo incontro con la piovra è stato funzionale per uscire dalla depressione, infatti lo stesso sostiene che l’animale gli ha insegnato a vivere; del resto  l’avvicinamento della piovra è un gesto di coraggio e fiducia che l’essere umano dovrebbe fortemente valutare, vedendolo come un segno  di apertura nei confronti di ciò che non si conosce. Forzando un parallelismo anche l’uomo chiuso nelle sue gabbie mentali, dovrebbe alcune volte tendere la mano verso ciò che non conosce senza giudicare a monte proprio come fa la piovra verso colui che, solitamente, gli da la caccia e la serve sui tavoli. Questo documentario sensibilizza chi guarda e sussurra all’orecchio di non trincerarsi dietro un assurdo antropocentrismo ma di aprire le porte all’antispecismo e di farsi travolgere dalla vita, che alcune volte prende per mano e sa condurre in situazioni o luoghi meravigliosi. Una forte critica, invece, si è alzata da parte degli animalisti i quali hanno visto questo film come un lasciapassare per i curiosi che, forti delle immagini viste, potrebbero avvicinare incautamente specie selvatiche rischiando sia di disturbarle, ma anchedi  incappare in pericoli di ogni genere. Il film dei registi Pippa Ehrlich e James Reed  ha appena vinto il premio Oscar come miglior documentario ed è disponibile sulla piattaforma Netflix. Le immagini commuoventi non riprendo solo un’amicizia pura ma portano lo spettatore in un vero viaggio spirituale, facendolo avvicinare a quella antica Madre Natura dimenticata dall’uomo urbano ma come un richiamo selvaggio, lo cattura e lo coinvolge attraverso i suoi abitanti, ai più sconosciuti.