Di Marco Palma. Eccoci qui: al famoso articolo di commiato, che nessun direttore di giornale e di corso di laurea vorrebbe mai scrivere ma che oggi lo faccio in totale serenità. A novembre scorso un gruppo di studenti laureandi in Scienza della Comunicazione ha voluto intraprendere un percorso: tutti pensavano di trovare il solito Laboratorio; un paio di ore a settimana, qualche infarinatura giornalistica, un professore più o meno simile agli altri. Così come a febbraio un drappello di studenti provenienti dallo SCITUR hanno creduto la stessa cosa: con un impegno ancora minore. Si sbagliavano: quel Laboratorio era destinato a lasciare il segno in molti di loro. Lo hanno capito da subito: niente libri di testo, tutti appunti; nessun rapporto formale con il professore, che in molti lo hanno paragonato al protagonista de “L’attimo fuggente” Per un giornalismo sul campo perché abolita la teoria. Comunicazione con whatsapp con un apposito gruppo; un mantra ripetuto in modo maniacale: giornalista di vita; articoli, rubriche, inchieste, tg: e tutto in video. Per essere letti e visti in ogni parte del mondo. E poi i dibattiti: sui temi più scottanti, scomodi,profondi, da “tabu” mai dibattuti in aula universitaria: ma che vi ha visto protagonisti. Ciascuno di voi: ed in modo appassionato

Alcuni articoli sono da antologia: scritti in punta di penna, con la passione, il cuore, la professionalità, la fantasia, la rigorosità professionale. Frutto di un duro lavoro, di scontri frontali, di voglia di superare se stessi. Alla fine a vincere sono stati loro quegli studenti increduli.
Adesso il mio lavoro finisce qui: non so a ciascuno di loro cosa resterà di questo corso. So però cosa resterà a me. Ho conosciuto questi ragazzi: ho raccolto confidenze, delusioni, drammi, gioie, paure per ognuno. Nonostante questo avete dato tutto quello che potevano dare: un lavoro encomiabile, non richiesto e dunque tanto più apprezzato. Spero si siano divertiti in questo Laboratorio: era l’impegno che ho preso con ciascuno all’inizio del corso

Voglio stringere la mano ad ognuno verso il quale ho dato ogni giorno nel gruppo persino la mia personale “buonanotte” ed il “buongiorno” unito alle raccomandazioni che solo un vecchio amico, e non un professore, può fare. Ricordatevi di essere “giornalisti di vita” indipendentemente da cosa farete e di saper raccontare anzitutto a voi stessi lo scenario che vi troverete davanti in ogni momento. E soprattutto il più grande regalo che potete fare a voi tessi, forse: è mai dire “ormai”

E’ stato, bello, bellissimo conoscervi. Per chi vorrà approfondire il giornalismo a settembre inizierà qui a Scienza della Comunicazione un nuovo insegnamento: non con idoneità ma con votazione da 18 a 30 e lode e la possibilità di fare la tesi: GIORNALISMO TELEVISIVO, la cui cattedra il Rettore e il Preside l’hanno assegnata al sottoscritto. E sarà un giornalismo insegnato mille volte più bello e partecipativo rispetto al Laboratorio che comunque rimarrà sempre con il mio insegnamento, con programma simile a quello di quest’anno.
Un saluto con tanta cordialità

Il professore