Di Natasha Di Santo. Sensi di colpa, depressione, isolamento e non solo… ecco le emozioni che può provare una donna dopo aver interrotto una gravidanza volontariamente. Non è una scelta facile presa alla leggera ma è una scelta libera e personale per far sentire una donna tutelata nei suoi diritti. Spesso alla base manca un’educazione sessuale responsabile, dove la cultura del contraccetivo è ancora disattesa e l’interruzione di gravidanza non è che l’anello finale, più doloroso, drammatico ma purtroppo più semplice. Negli ultimi anni è una decisione sempre più messa in discussione, infatti ancora oggi l’aborto viene considerato un reato in alcuni paesi, basti pensare alla legge del Texas che proibisce l’aborto anche in caso di stupro o incesto, o anche alla Chiesa che lo reputa un vero e proprio delitto. La donna è padrona del proprio corpo. E’ impensabile che esistano leggi proibitive riguardo una scelta così delicata.

Sono fatti e pensieri eccessivi che fanno perdere sempre più diritti alle donne e le fanno sentire impotenti. Alla base di tutto ciò c’è l’atteggiamento chiuso della società riguardo la comprensione della scelta che invece necessita di rispetto. Molti medici con l’obbiezione di coscienza hanno, di fatto, ostacolato le scelte della donna: scelte ipocrite visto che poi nel privato gli aborti si fanno, ed a peso d’oro. Non rimaniamo indietro e continuiamo a sostenere questa battaglia per tutelare la legge 194 così da far trionfare la libertà della donna.