Di Alice Scaiella. Immagine forte, icona ribelle a volte misteriosa, che ci fa riflettere e anche divertire, lo possiamo definire cosi Achille Lauro cantautore italiano che dal 2012 ad oggi con i suoi pezzi ci stupisce sempre di più. 

Molti parei contrastanti lo precedono, la sua vita burrascosa, dal passato con uso di droghe e il rapporto con il padre Nicola De Marinis molto conflittuale, ma anche quel rapporto speciale con la madre, rendono Lauro un cantautore profondo e senza peli sulla lingua, che nella sua musica esprime il disagio che lui stesso ha provato nella sua vita che accomuna gran parte della popolazione che si rivede nei suoi pezzi, gli stessi pezzi che solo chi ha una sensibilità tale da comprenderli fino in fondo può capire.

Nelle sue canzoni troviamo arte, ribellione, che lui rappresenta non solo con la sua voce ma anche con il suo corpo con il suo apparire . 

Ricordiamo la sua partecipazione alla 69°e 70° edizione del festival di Sanremo una vera e propria ribellione artistica, qui ha portato in scena oltre che una riflessione sul presente, una nuova poesia contemporanea che in punta di piedi entrerà a far parte delle generazioni future, che si troveranno ad analizzare pezzi come “Il Pop” il quadro della terza serata del festival dove racconta del pregiudizio e del giudizio dove da una parte abbiamo una prigione e dall’altra una condanna e conclude dicendo “Dio benedica gli incompresi”. Con questa frase lui voleva benedire se stesso, quel ragazzo incompreso e tanto criticato solamente perché fuori dagli schemi, quegli stessi schemi che da sempre sono una gabbia per i nostri pensieri ed emozioni.   

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