Di Sara Mauta. All’età di 58 anni Maria Ressa conquista ciò che ad oggi la porta ad essere fiera della sua carriera Il premio Nobel per la pace”É stato come un tornado” esordisce  assieme al collega russo Dmitry Muratov. I due hanno vinto il Nobel l’8 ottobre per il loro proficuo impegno  nel promuovere la libertà d’espressione in un mondo in cui il medesimo concetto sembra essere svanito . “É dedicato davvero a tutti i giornalisti del mondo – ha commentato in un’intervista  a France Presse la co-fondatrice di Rappler, sito di notizie che fa della libertà di stampa la sua battaglia . Continua dicendo :”è molto più difficile e pericoloso fare il giornalista oggi”.

Toccanti , infatti ,le sue parole che con sincerità descrivono ciò che ci circonda, illustrano la difficoltà nel riuscire ad emergere in un mondo lavorativo che agli occhi di tutti appare semplice e banale .

«Non abbiamo fatto altro che il nostro dovere di giornalisti, eppure io ho subìto undici processi nell’ultimo anno e mezzo. Ho dovuto pagare una cauzione otto volte in tre mesi. Sono stata arrestata due volte e detenuta una volta». Cosa si fa per il bene collettivo ? Quante le conseguenze e il dolore che persone come lei sono costrette a subire pur di far valere uno dei pochi diritti che ci rimane , la libertà?

Sono tanti i premi che la giornalista ha vinto , ma l’unico che forse le ha permesso di intravedere quella “luce” ormai scomparsa da un po’ è stato esattamente questo .

Si è soffermata a riflettere per pochi secondi e ha detto :”Grazie, sto ancora elaborando, ancora elaborando. È sorprendente, non è vero? Sono scioccata, scioccata”.

E con queste parole conclude la sua intervista e torna a casa con grande orgoglio , soddisfazione e innumerevoli buone speranze per il mondo giornalistico.

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