Di Mattia Liberti. “Non abbiamo delle rose come altre squadre che hanno tanti giocatori esperti”. Queste sono le parole dette da Josè Mourinho prima dell’ultima partita disputata e vinta dalla sua Roma contro l’Empoli.

Questa dichiarazione riassume quello che è l’unico vero limite mostrato dai giallorossi in questo inizio di stagione, tutto sommato molto positivo, cioè la scarsa profondità di rosa, soprattutto in difesa ed a centrocampo, dove hanno giocato quasi sempre gli stessi uomini. Su tutti Mancini, che non ha saltato un minuto fino ad ora, seguito da Karsdorp, Veretout e Cristante.

Gli straordinari forzati per questi calciatori sono dovuti soprattutto a delle pesanti bocciature di Mourinho nei confronti di altri su cui credeva di poter puntare, come Diawara, Villar, Kumbulla e Reynolds, il giovane statunitense, ad esempio, ha giocato soltanto sette minuti in campionato ed è stato spesso lasciato in tribuna.

Lo Special One, in attesa del mercato di gennaio, spera di trovare in casa una soluzione almeno parziale, utilizzando i giovani aggregati dalla primavera, in particolare Darboe, schierato titolare negli ultimi due match disputati, in cui ha fornito buone prestazioni.

Sarà comunque fondamentale l’intervento di Tiago Pinto nella prossima sessione di mercato, per permettere alla Roma di lottare fino alla fine per i suoi obiettivi.

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