Di Kevin McManus.

Sappiamo tutti ormai che i generi maggiormente ascoltati dagli adolescenti moderni sono 3: la trap, il rap e il pop. I ragazzi provano maggiori emozioni e maggiore vicinanza a questi generi soprattutto a causa dei temi trattati ma anche perchè raffigurano a pennello la nostra società.

Se nello specifico parliamo della Trap , un sottogenere del rap che in Italia a partire dal 2015/16 ha preso piede ed è tutt’ora il genere più ascoltato, ci accorgiamo di quanto siano frequenti temi come le droghe, l’alcool, il sesso. Tutto ciò ovviamente ha portato numerose critiche non rivolte direttamente ai temi trattati, ma più nello specifico al come vengono trattati.

Anche nel rock e nell’ heavy metal i temi ricorrenti sono gli stessi, ma secondo i promotori di queste critiche, media compresi, il problema è che la maggior parte delle canzoni trap non tratta questi temi come una sorta di denuncia sociale ma d’altro canto li promuove.

Parliamoci chiaro: un ragazzo ovviamente non inizierà mai nè tantomeno smetterà mai di drogarsi perchè lo dice una canzone.

Non c’è dietro nessun piano di controllo mentale , nessun programma di diseducazione , gli artisti/ cantanti sono persone qualunque, che vivono le nostre stesse realtà, ragazzi come noi a tutti gli effetti che mettono su carta ciò che viovno o che pensano, perciò è inutile puntare necessariamente il dito contro qualcosa che non va pur di trovarne il colpevole. Si sa per certo ad esempio che il problema della droga non sono sicuramente le canzoni che ne parlano, ma tutto ciò che ne è dietro la sua produzione, distribuzione e consumo.

Dobbiamo guardare la musica per quello che è, di ogni genere si tratti: la musica unisce, la musica è l’armonia del mondo, senza la quale quest’ultimo non sarebbe lo stesso.

“Un mondo senza musica è solo un errore”.

 

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