Di Giorgia Rinaldi.  La prima volta può anche per molti esere l’ultima, quella fatale. Ci si avvicina alla droga per “viaggiare” verso mete meno “sofferenti” della realtà, spesso perché la droga per molti diventa la soluzione per colmare quel senso di solitudine che tormenta tutti noi, perché per molti altri ancora diventa ai loro occhi una modalità di vita, perché drogarsi rappresenta un atto di ribellione e in quel momento di estraneità ci si sente invincibili ma non è così, la droga non è un’uscita d’emergenza, non è una rivalsa e può essere deleteria. Davanti le cause principali possiamo capire che entrare nella tossicodipendenza non è difficile, specie se non ci si accorge realmente dei danni di ciò che si assume e si pensa alla propria dipendenza come qualcosa che migliori la propria persona. Non è dunque un rischio che corrono soltanto i “deboli”, come spesso si teorizza. La tossicodipendenza è un rischio che può correre ognuno di noi e che una volta ritrovatovisi dentro, può stravolgere la vita. Ma la vita è fatta di scelte e quando si sbaglia, si fa sempre in tempo a tornare sui propri passi; questo è il messaggio di speranza che bisogna dare a chi, per forza di cose, diventa tossicodipendente. Uscire da tale girone infernale implica mantenere sempre la stessa rotta, non girarsi a guardare indietro e anche se la dipendenza rimane nel cervello, bisogna fare di tutto per mandarla fuori dalla propria vita e se spesso la forza di volontà non basta, bisogna farsi aiutare. Non è facile riconoscere e ammettere di aver bisogno di aiuto, per questo è necessario l’aiuto concreto di esperti per far riprendere in mano la vita a chi ne ha perso una parte in qualcosa di nocivo e tante sono le testimonianze di chi, dopo un percorso, è riuscito a ritrovare sé stesso e la reale via d’uscita a ciò che si era mascherato per una salvezza. “Smetterò di fumare quando la realtà sarà più bella dei miei viaggi” ; scriveva Pamela Mastropietro sul suo profilo Facebook , la diciottenne romana che fuggì dalla comunità per tossicodipendenti dove era ricoverata e che in ricerca di una dose di eroina che la potesse aiutare, venne ritrovata morta la notte del 30 Gennaio 2018. Un omicidio brutale che diventa nell’immediato una vicenda di cronaca nera sconvolgente per il nostro intero paese dove Oseghale, l’assassino di Pamela, è stato condannato all’ergastolo per aver fatto a pezzi il corpo della giovane ragazza, mentre era in una condizione di evidente difficoltà. Ma questo è solo un esempio, un caso raccapricciante tra tanti dove questa volta non ci si soffermerà sull’assassino perché “giustizia è stata fatta”, anche se sappiamo che un ergastolo non potrà mai rendere giustizia a Pamela. Il movente di quest’accaduto come di tanti altri fatti di cronaca nera è il girone infernale della tossicodipendenza, in cui è troppo facile entrarci, infernale viverci ma uscirci non è impossibile.