Di Martina Sambucini. “Se non è geloso non ti desidera”,  quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase;

usati come parametri per stabilire il grado di interesse del partner, il possesso e la gelosia in alcuni casi possono diventare patologici, morbosi e pericolosi. Molti credono che amare qualcuno significhi possederlo, fino al soffocamento, fino a non distinguere più dove inizi l’uno e dove finisca l’altro. Una giusta dose di questi sentimenti è del tutto normale ma l’eccesso di essi mina la libertà della persona, che si sente minacciata, controllata, incapace di agire ed esprimersi liberamente. Certo, un criterio fisso che stabilisca la fine della normalità e l’inizio di un caso patologico non esiste e forse è proprio per questo che spesso si tende a tralasciare la cosa, a scambiarla per amore folle, fin quando, purtroppo, accade che ci si ritrovi vittime di mostri dai quali è difficile liberarsi. Ciò che è sicuro è che l’amore non è questo, l’amore presuppone condivisione, confronto, rispetto e soprattutto il riconoscimento del compagno come individualità. Sta al singolo capire fin dove si vuole che l’altro sia partecipe della propria vita e in che modo. Se siete in una relazione malata che vi soffoca, limita e chiude, non state vivendo una storia d’amore, ma di possesso.

Avere la consapevolezza di essere vittime di una relazione di questo tipo è il primo passo per poter uscire da questo tunnel infinito; lo sbaglio più grande che si possa fare è quello di giustificare e minimizzare la faccenda, spesso addirittura colpevolizzandosi delle reazioni che la persona che si ha affianco potrebbe avere in determinate situazioni. Dopo la presa di coscienza è indispensabile il cambiamento che deriva esclusivamente da noi stessi. Per la maggior parte delle volte sono le donne ad essere vittime di questa situazione, considerate il soggetto fragile e manipolabile; in realtà, altro passo importante è riconoscere che è la persona possessiva ed ossessiva ad essere fragile e profondamente insicura. La causa è spesso il suo passato e le esperienze vissute che non le hanno permesso di avere quella sicurezza, quella fiducia tale da potersi rapportare in modo sano con il prossimo.

Rinunciate quindi al pensiero di poter cambiare l’altro, probabilmente non lo farà mai, ma questa non è una giustificazione per restare ancorati ad un rapporto che non vedrà mai luce. Imparate allora a conoscere la vostra autostima ed autonomia, soprattutto emotiva; non ci si può annullare per l’altro, non si può dipendere da un’altra persona al punto da accettare ogni compromesso pur di fingere un rapporto amoroso sereno che altro non è che distruttivo.

Non si può fare affidamento sulla razionalità di una persona ossessiva perché la gelosia tocca corde emotive non facilmente gestibili. Non è amore, è bisogno di potere, è egocentrismo. L’ amore aggiunge qualcosa alla nostra vita, non nega o toglie niente, e quando si decide di accettare una relazione tossica si sta mancando di rispetto a sé stessi, ci si sta negando la vita. L’ insanità mentale di una persona non può compromettere la nostra esistenza, siamo noi l’essenza della nostra vita. Comprendere questo coincide con la prevenzione e salvaguardia da questo tipo di rapporto.
Possiamo pretendere qualcosa solo da noi stessi; allora iniziamo a pretendere di realizzarci come singoli, attraverso serenità e indipendenza, impariamo a dire di no quando le pretese superano il limite della nostra morale, poniano dei limiti. Impariamo ad amarci prima di amare.