Di Camilla Galiano. Il dibattito. Prima o poi doveva arrivare il momento. Mi sentivo carica, sicura di me come sempre. Ma poi ti siedi lì, davanti a una trentina di sconosciuti e parli di te. Un po’ piccolo ti ci senti, e io mi ci sono sentita. Forse per paura di non far arrivare il messaggio, paura di non essere capita e di non riuscire a spiegarmi perché è difficile in poco tempo parlare di te a qualcuno che non conosce il tuo vissuto e cercare di fargli arrivare un pezzetto di Camilla. Non sono una persona che si preoccupa del parere altrui, mai fatto, però ci tenevo, dopo tutti i pezzetti conosciuti di alcuni di loro, molto spesso tristi, a far vedere un po’ di luce in fondo al tunnel: non per ego o per superbia, ma perché spero sinceramente che ognuno di loro, e nello specifico ogni ragazza, riesca davvero a trovare la forza di camminare a testa alta senza abbassarla mai.

Quando il professore mi ha chiesto di fare il dibattito sapevo che non avrei mai raccontato di un episodio specifico, di un momento difficile o di una storia bellissima come quella che sto vivendo ora, ma non per questioni di privacy o per mancanza di coraggio: il dibattito era sulle relazioni, e secondo me l’unica che valeva raccontare era quella con me stessa. Volevo mettere nero su bianco chi era Camilla ieri e chi è Camilla oggi, e in un certo qual modo dirmi grazie, per non aver mai ceduto, per non essermi mai fatta trascinare in situazioni da cui difficilmente ci si rialza. Grazie per non essermi mai messa un passo indietro, ma sempre due passi avanti a tutti quelli che non hanno mai compreso, che non si sono amati e non hanno amato me di conseguenza. Sono fiera della persona che sono oggi, e custodisco il il mio passato con rispetto e con amore per avermi dato la forza di sedermi davanti a una platea di estranei e raccontare una parte di me con il sorriso sul volto.

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