Di Valeria Piccolo. Qual è la differenza tra una favola e il femminicidio? La prima ha una storia abbastanza tortuosa che termina sempre con un lieto fine, la seconda, al contrario, finisce sempre nel peggiore modi. Ricostruiamo la storia di questo orrendo fenomeno: molti credono che sia nato nel 1993 quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma la storia e il corso degli eventi mostrano un’altra realtà. La verità è che la violenza, fisica, verbale o psicologica, è sempre esistita, ma fino a pochi anni fa ancora non veniva riconosciuta come tale. Siamo abituati a sentire notizie di questo genere dai giornalisti o dalle radio, ma c’è qualcuno che ha sempre parlato di questo argomento senza dargli un titolo: i libri. La cultura è fondamentale non solo nella crescita scolastica di una persona, ma soprattutto nella capacità di trasmettere messaggi da applicare alla vita di tutti i giorni. L’insegnamento che ci hanno dato i grandi poeti e scrittori del passato non è servito a molto se poi il risultato è essere bombardati continuamente da centinaia di notizie l’anno circa l’omicidio di una donna. Scrittori, filosofi e poeti di tutto il mondo e di tutte le epoche hanno parlato di violenza sulle donne: da Shakespeare, Bukowski, Marcuse a Levi-Montalcini, ma questo fenomeno ha radici ancora ben più radicate. Non possiamo datare questo fenomeno in un anno e a causa di un evento particolare, ma è giusto pensare che, purtroppo, è una realtà da sempre esistita anche se in forme più o meno lievi. Già nella preistoria esistevano forme di “discriminazione” nei confronti di una donna poiché vista solo come madre e “casalinga”. Nonostante ci siano stati dei progressi, per molti la donna è ancora considerata come lo era 2,5 milioni di anni fa, ovvero una figura dedita a mantenere casa e figli, una schiava diremmo noi. Nel corso della storia ogni società di ogni epoca ha contribuito a creare un’idea della donna sempre più sbagliata fino a quando la violenza è stata finalmente riconosciuta come tale il 25 Novembre 1993. Ma perchè proprio il 25 novembre? La data è stata scelta in memoria di Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, attiviste politiche stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone, strangolate e gettate in un precipizio per ordine del dittatore Rafael Leonidas Trujillo, mentre stavano andando a trovare i loro mariti in carcere proprio il 25 novembre del 1960. 21 anni dopo durante il primo incontro femminista latinoamericano, a Bogotà, fu deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne e nel 1993 è stata, finalmente, ufficializzata. Cosa è cambiato da quel momento? Niente, non è cambiato nulla se non l’aumento delle iniziative per sensibilizzare il tema che, ovviamente, non hanno portato a nulla. Sono ancora troppo piccoli i progressi compiuti. Un uomo è tale nel momento in cui rispetta e apprezza una donna, altrimenti è solo una bestia. “Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. Ringraziale, coglione” ha scritto Bukowski.