Virginia D’Itri – Le rappresentazioni di pensieri sono profondamente radicate nella nostra comunità, si manifestano sotto varie forme: la musica, la danza, la pittura… L’elenco potrebbe essere davvero infinito! Tutte queste esprimono l’immaginazione dell’umanità e contribuiscono a riunire il mondo oltre i limiti del tempo, della geografia e della storia. In altre parole rafforzano la coesione sociale, attraverso la rimozione delle barriere che nella maggior parte dei casi sembrano ostacolare la comprensione reciproca e la comunicazione al di là della lingua. 

In fin dei conti siamo tutti individui diversi e questo implica inevitabilmente la difficoltà di interpretare al meglio le percezioni degli altri. Qui entrano in gioco l’arte e la cultura che creano canali per farci comprendere, attraverso le loro espressioni indirette e non sempre verbali! Silenziosamente stimolano le nostre sensazioni perché ci spingono a prendere l’iniziativa di scoprire ciò che è nascosto e dare un senso a ciò che ascoltiamo o vediamo. E la consapevolezza sociale si consolida molto quando si guarda alla vita degli altri con curiosità ed apertura mentale! 

Un modo per esporre le persone ad altre culture è la partecipazione a mostre, conferenze, musei, gallerie, opere di beneficenza: luoghi all’interno dei quali circolano pensieri e storie non sempre identiche a quelle che viviamo. Il vantaggio di questo approccio è che la conoscenza è personale e immediata! Domande e risposte. Si entra subito a contatto con l’interlocutore e si capiscono subito le vicissitudini, tanto più di quanto si ottenesse leggendo un mero testo di cultura.

Ora, la tecnologia è un mezzo ulteriore per creare le più svariate connessioni, dovremmo sì abbracciare le nuove risorse a noi accessibili, ma queste non devono certo spingerci ad escludere dalle nostre agende un contatto più diretto. Ad esempio, chi preferirebbe vedere lo spettacolo dei Musei Vaticani tramite un Virtual Tour, anziché visitarlo in presenza? Oppure chi sceglierebbe di sfogliare manoscritti online, piuttosto che sentire l’aroma che emanano dalle pagine un po’ ingiallite? Ve lo dico io: nessuno!

Con ciò non intendo disprezzare la tecnologia, al contrario credo che in molte occasioni agevoli la nostra vita, tuttavia bisogna utilizzarla consapevolmente, capendo quando questa sia necessaria e quando invece potrebbe essere evitata, soprattutto dopo l’uso spropositato che ne abbiamo fatto durante la reclusione impostaci dall’emergenza sanitaria del Corona Virus.

Per concludere, siamo tutti in questo insieme! Credo sia indispensabile spegnere per un po’ i dispositivi per aprire i nostri cuori alla conoscenza delle arti e delle culture perché non c’è un’esperienza migliore di quella che si vive in prima persona.

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