Di Noemi Proietti. Per tutta la vita cerchiamo la nostra esatta metà, la nostra parte mancate, la cosiddetta anima gemella. Questa ricerca e questo desiderio di completarsi non è motivato esclusivamente dall’attrazione sessuale, ma anche da qualcosa che cerchiamo nell’anima della persona amata e che è inesprimibile nonostante lo percepiamo dentro di noi.
L’anima gemella però è un qualcosa di utopico, non esistono coppie perfette ma esiste solo la complicità tra due persone a rendere tutto magico. La complicità è il cardine di una coppia, è la connessione che si crea tra due persone e pone le sue basi sulla conoscenza attenta e sulla voglia di scoprire l’altro in tutte le sue manifestazioni. Questa voglia di scoprire l’altro, di voler sapere come sta o semplicemente come è andata la giornata, di interessarsi è ossigeno per la coppia poiché alimenta la comunicazione nonché la condicio sine qua non del funzionamento di una relazione. La comunicazione però va intesa non solo con le parole ma anche con i gesti, i comportamenti, il linguaggio del corpo, gli sguardi, insomma va vista come una grande tavolozza piena di colori diversi tra loro ma uniti da una armonia comune. I primi tempi la comunicazione è qualcosa che viene con naturalezza che deve essere però mantenuta per non inciampare nei silenzi assordanti che creano imbarazzo e che di certo non rendono piacevole il rapporto di coppia. Inoltre il dialogo è fondamentale per parlare dei problemi, dei fastidi che il partner può avere e che non deve assolutamente tenere per se altrimenti si entrerebbe in un circolo vizioso nel quale vengono represse le proprie emozioni, sensazioni e dubbi e ciò potrebbe sfociare in un malessere ma anche in una rabbia improvvisa piena di sentimenti repressi. Esiste però una parte della comunicazione che è tutt’altro che positiva, si tratta del desiderio di avere l’ultima parola, lo sforzo a non esprimere le proprie sensazioni, l’accusa all’altro di ciò che accade e questo non deve essere ammissibile perché questa voglia di prevaricare e avere il controllo potrebbe sfociare in situazioni spiacevoli di cui spesso si sente parlare.
Dunque è giusto ascoltare, mettere in gioco le proprie idee ma senza mai prevaricare o provocare l’altro. Il bello della coppia è proprio lo scambio reciproco di idee, emozioni e vissuti che possono solo arricchire. Tutto ciò è fondamentale che avvenga ma è altrettanto importante non avere aspettative perché in una coppia come in qualunque relazione interpersonale non c’è felicità senza tristezza, non c’è serenità senza ostacoli e non ci sono nemmeno coccole senza conflitti. Non si può vivere dell’idea di una relazione idilliaca perché ogni cosa ha sempre due facce, una positiva ed una negativa. Una relazione sempre rose e fiori non è plausibile, si deve accettare ma allo stesso tempo apprezzare le sfide, i conflitti e i momenti brutti che capitano. Si devono però anche accettare gli spazi che ogni partner deve avere, bisogna sentirsi sempre liberi di esprimersi e di poter fare ciò che si vuole sempre rispettando l’altro. È importante non porre dei confini, dei paletti che potrebbero solo ferire l’altro e anzi alimentare il desiderio di volerli oltrepassare. Se questi spazi vitali vengono percepiti, protetti e rispettati il rapporto verrà vissuto da entrambi i partner con più serenità. La non concessione dei propri spazi oltre ad essere sbagliata è anche sintomo di non fiducia nell’altro, la fiducia deve essere alla base, non si può partire prevenuti altrimenti è anche inutile partire con una relazione.
La coppia è dunque un equilibrio, tra autonomia e unione, in cui entrano in gioco numerosi fattori che fanno da cardine per una sana relazione.