Di Alessandro Gentili. Corro da te, film che affronta il tema della disabilità, racconta una storia d’amore tra finzione e spavalderia, tra un falso invalido di nome Gianni interpretato da Pierfrancesco Favino  manager di un’azienda di scarpe e una sua improbabile cliente a causa della sua vera disabilità di nome Chiara interpretata da Miriam Leone. Un remake di una commedia francese dal titolo “Tutti in piedi “, dove vengono messe in primo piano le disabilità e di come questa non sia un ostacolo. I toni goliardici puntano i riflettori sul concetto di diversità e disabilità, sui pregiudizi e sulle discriminazioni, senza fare del pietismo perchè l’idea di fondo è proprio quella di guardarsi da pari a pari, negli occhi, senza retorica o buonismo. Un film che racconta la civiltà del nostro tempo che molto spesso si esprime attraverso un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica, aspirando a una comunità in cui sono tutti belli e in salute e quando bellezza e salute vengono meno, si rimane fuori. Nel film alla fine si vede che la persona disabile non è Chiara ma è proprio Gianni che si è finto paraplegico perché presenta un’assenza di forza d’animo non riuscendo a mostrarsi per quello che è, per ritrovarsi infine cambiato, avendo una prospettiva diversa sulla vita, sull’amore e sulla disabilità in se. Una commedia che fa riflettere, un cinema che dialoga con il pubblico senza sciatteria affrontando il tema della disabilità con empatia e umanità senza tutto quel politicamente corretto degli ultimi tempi