Di Davide Schiavone. Arrivare con la grinta dove non arriva il gioco di squadra. Molte volte è stato questo il mantra di Josè Mourinho, che di giocatori di spessore ne ha allenati nel corso della sua carriera, ma difficilmente riuscendo a costruire una manovra offensiva capace di far brillare gli occhi ai propri tifosi.
Archiviato l’ottimo risultato a San Siro contro l’Inter, è necessario porre l’accento anche sulle lacune della costruzione offensiva dei giallorossi. Il match contro i neroazzurri ha proposto una novità nell’attacco romanista, la scelta di un “attacco leggero” escludendo dal tridente Tammy Abraham. Questo uno dei pochi cambiamenti apportati dallo Special One in questa prima parte di stagione, ma il resto lascia a desiderare.
Persistere con la difesa a tre protetta dalla cerniera di centrocampo formata da Matic e Cristante, espone partita dopo partita la porta di Rui Patricio a numerosi pericoli, molte volte divenuti gol. A questo proposito l’utilizzo di una difesa a quattro, con l’inserimento di Zalewski per uno Spinazzola non in splendida forma, potrebbe alleggerire i compiti difensivi di un centrocampo che non fa della velocità la sua caratteristica principale.
Proprio in mediana l’arretramento di Pellegrini e qualche chance in più per il nuovo arrivato Camara e per il giovane Bove potrebbero offrire dinamicità e qualità alla manovra di transizione.
Ma se in mezzo al campo le scelte sono imposte dall’esperienza degli interpreti, in attacco le scelte sono diverse, per numero e qualità. Perno inamovibile Paulo Dybala, noie muscolari permettendo, che insieme a Zaniolo e alle sue galoppate possono essere i partner ideali per il riferimento d’attacco Tammy Abraham.
Attacco fin troppo poco prolifico. Sensazione supportata dalle statistiche, che vedono i capitolini in cima alla classifica degli xGol (gol attesi in base alla pericolosità delle azioni offensive create), complici un Abraham appannato e numerose occasioni da goal divorate.
Il gioco e l’atteggiamento di Mourinho e dei suoi uomini strizzano l’occhio ad una tifoseria animata e passionale come quella della Roma, ma le competizioni sono ben tre e il catenaccio non sempre potrà salvare la barca giallorossa.

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