Di Carmela Nuzzolese. Negli ultimi giorni si è sentito molto parlare del presidente Meloni che ha deciso di portare con sé sua figlia Ginevra a Bali per l’incontro del G20.

Come ogni situazione, in questa “il” presidente ha ricevuto molte critiche: c’è chi si lamenta perché sua figlia non doveva essere lì e chi, invece, la butta sui privilegi sostenendo che la Meloni può portare sua figlia sul posto di lavoro,  differenza di altre donne, perché la sua funzione ha più importanza.

La premier, anzi il premier, non ha esitato a dire la sua in cui, giustamente, difende il suo ruolo di mamma e di presidente:

“Mentre torno a casa dalla due giornate di lavoro incessantemente per rappresentare al meglio l’Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni. La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come mammadebba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è. Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre”

Parole forti che, al di là dell’orientamento politico e quindi degli ideali del premier, devono far riflettere: perché doversi accanire e prendersi la facoltà di giudicare e dire come andrebbero fatte le cose quando queste non ci riguardano?

Credo che questo più che far discutere e creare maggiori divari sociali debba essere un punto di partenza per abbattere il pregiudizio del ‘o fai la mamma o lavori’ perché è possibile fare entrambe le cose.

Reputo il gesto di portare sua figlia al G20, per non lasciarla sola sia veramente molto dolce. Purtroppo molti genitori, a causa del lavoro, instaurano rapporti distaccati con i propri figli che crescono pensando di non essere importanti per loro. Il premier Meloni ha fatto sicuramente qualcosa di molto materno che non deve e non vuole mettersi in condizione di superiorità rispetto ad altre mamme, ma anzi vuole mostrare come, innanzitutto sia scelta dei genitori decidere come crescere i propri figli e, in secondo piano, non meno importante,  dimostra quanto essere mamma e presidente è possibile.

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