Di Marilisa Di Crosta. In Italia è allarme NEET (Not in Education, Employement or Training). Si tratta dei giovani che non studiano e non lavorano. In termini di occupazione giovanile – stando ai dati Eurostat – l’Italia si posiziona al terzultimo posto in Europa, con il 23,1% di NEET, seguita da Spagna (23%) e Grecia (28,7 %). Il Governo Meloni è al lavoro per introdurre delle misure che agevolino questi soggetti, con maxi sgravi fiscali per le aziende che intendono assumerli.
NEET è l’acronimo di “Not in Education, Employement or Training”, e indica quella categoria di giovani – tra i 15 e i 24 anni – che non studia, non lavora e non è coinvolta in alcun processo di formazione. L’acronimo NEET è in realtà un termine ombrello, racchiude non solo i disoccupati che non studiano né cercano lavoro, ma anche neolaureati, e ragazzi che a causa della dispersione scolastica non hanno terminato gli studi.
L’espressione prescinde dalla basilare classificazione che indica con questa espressione giovani negligenti e indifferenti verso la formazione e l’ambito professionale. Il fenomeno dei NEET è inquadrabile come un vero e proprio problema sociale – dipendente non sempre da scelte personali, ma influenzato anche dal contesto in cui questi soggetti si trovano a crescere e a muoversi – con inevitabili conseguenze anche sul piano psicologico.
Il nostro Paese – con circa 3 milioni di NEET – detiene un primato negativo in questo senso. I più recenti dati a riguardo mostrano infatti che il fenomeno riguarderebbe perlopiù le donne – spesso vittime di stereotipi di genere e pressioni sociali in ambito lavorativo, stando al dossier 2022 “Osservatorio Indifesa” di Terre des Hommes – e giovani del Mezzogiorno. Aspetto, quest’ultimo, che conferma l’ormai affermato divario tra Nord e Sud, rafforzato dall’esodo di molti giovani verso il nord del Paese e – più in generale – dell’Europa.
Di fronte a quello che sembra configurarsi come un problema di carattere sociale, l’attuale Governo ha deciso di proseguire verso scelte concrete, pensando a misure che permettano l’inclusione lavorativa di questa categoria. L’idea del governo è quella di varare, il prossimo primo maggio, incentivi per far entrare nella sfera professionale i giovani NEET del Paese, garantendo agevolazioni fiscali per le aziende che intendono assumerli, a tempo indeterminato ma anche con contratti a somministrazione.
Il soggetto assunto non dovrà aver compiuto 30 anni, né essere impegnato in altri percorsi di studio o formazione, ma dovrà invece essere iscritto al programma operativo nazionale “Iniziativa operazione giovani”, il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Si stima che la misura pensata garantirà l’assunzione a circa 35mila NEET. Prima ancora di pensare agli interventi diretti sui giovani, occorre pensare a un ambiente scolastico e formativo che motivi gli individui a studiare e a curare il proprio ingresso nel mondo del lavoro, per permettergli di vivere appieno la propria esistenza scevri dai problemi psicologici che possono conseguirne da condizioni di questo tipo.