Di Veronica Iacorossi. Il vero problema per le donne, non sono le leggi, le quali non basteranno mai nonostante potranno essere introdotte, cambiate e rafforzate, ma è la nostra società, in cui la cultura del machismo e della misoginia è ancora molto presente e ciò rende difficile per le donne ottenere giustizia e protezione.Sono sempre di più i casi di femminicidio diffusi nel nostro paese nonostante esistano norme che puniscono tale fenomeno. La donna nel corso della storia ha dovuto lottare per conquistare diritti che al contrario, gli uomini hanno avuto senza alcuno sforzo, in quanto acquisiti dalla nascita. L’uomo sin dall’antichità è sempre stato la figura più potente fra i due generi, ma non si parla di fisicità e di forza ma di possibilità: essi avevano il potere di decidere.

Inoltre, quasi per ironia, dal punto di vista giuridico sono state le figure più protette, basti pensare che fino a pochi anni fa, l’uomo che uccideva la moglie o la fidanzata aveva la possibilità di giustificare tale reato con il movente d’onore, grazie alla quale se la cavava con pochi anni di prigione. Ancora oggi le stragi di violenza femminile vengono codificate dalla cronaca come “omicidio passionale” “momento di gelosia” quasi a dare una giustificazione a un qualcosa che in realtà è ripugnante.

La donna è vittima di questa violenza in quanto vista come proprietà del maschio, il suo corpo non è più suo, la sua vita non è più sua e la sua libertà non esiste.

In Italia nel corso degli anni sono state introdotte diverse norme per contrastare la violenza di genere, ma ad oggi non è ancora prevista una vera e propria legge contro il femminicidio.