Di Srancesco Stampatore. Aumenta in modo vertiginoso il numero dei casi per guida disattenta. Analizzando il fenomeno diventano evidenti, come stabilito anche da un articolo dell’AGI, le sue tre principali cause, ovvero la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata, che costituiscono complessivamente il 38,1% dei casi; ciò che però incuriosisce è come, sempre secondo l’AGI, i più tangibili aumenti siano stati rilevati nelle fasce d’età 60-64 anni, 15-19 anni, e 25-29 anni; inoltre salta subito all’occhio come le biciclette e i monopattini elettrici siano sempre più coinvolti (per i primi si attestano un totale di 17.065 incidenti, per i secondi un totale di 2.929, causando complessivamente 19.462 feriti, dei quali 224 deceduti).

Ma è arrivando ai dati più recenti che la preoccupazione diventa palpabile, basti pensare che, come sostenuto dall’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale), in Italia nel 2023 viene ucciso 1 pedone ogni 16 ore, senza contare che in questa statistica non vengono considerati i feriti che perdono la vita negli ospedali.

C’è però una questione che è spesso motivo di dibattito, quando si tratta un simile tema, e su cui vi è la necessità di puntualizzare: il discorso, che tanti mistificatori propinano in modo assiduo al proprio elettorato, secondo cui l’alterazione da sostanze stupefacenti mentre si è alla guida sia un fenomeno che debba destare allarmismo per quanto sia ormai diventata una piaga della nostra società è, forse, leggermente esagerato dato che, secondo i report forniti da Carabinieri e Polizia, sui 56.284 incidenti con lesioni registrati nel 2022 solo nel 3% dei casi (in calo quindi rispetto al 3,2% del 2021 e al 3,4% del 2019) almeno un conducente risulta positivo agli stupefacenti; ed, inoltre, questi dati non precisano se il conducente sotto effetto fosse quello che ha causato l’incidente o meno, non tengono conto dell’effettiva influenza che la sostanza può aver avuto nella dinamica dell’incidente, e non specificano se il conducente fosse in effettivo stato di alterazione o meno (le sostanze psicoattive possono essere rilevate anche a molti giorni di distanza dal loro uso).

Detto questo, è preoccupante come oramai non desti più quasi nessuno scalpore il leggere notizie su incidenti stradali od osservare dal vivo situazioni di macchine distrutte che hanno come conseguenza il creare un ingorgo dato dai guidatori che rallentano per “godersi” la scena in un misto di curiosità e preoccupazione; neanche gli omicidi stradali fanno purtroppo eccezione, a meno che essi non siano compiuti da personaggi illustri e che, quindi, possano essere oggetto di strumentalizzazione mediatica e politica (caso dei TheBorderline docet).