Di Francesca Turlon. Il tempo in cui viviamo, marcato da violenza e paura, causa all’interno degli individui un modo di comunicare feroce, che non lascia spazio all’attenzione necessaria, ma costringe le persone ad “attaccare prima di essere attaccati”.
La rabbia celata tra parole e azioni è sempre più diffusa, si insinua all’interno dei rapporti sociali rendendo ostica la comunicazione; l’aggressività, che si manifesta sia verbalmente che attraverso l’atteggiamento, influenza in modo negativo le relazioni e le intrappola in un circolo vizioso, in cui chi subisce, a sua volta sarà aggressivo nei confronti del prossimo.
Questo aspetto caratteriale può emergere in differenti situazioni, come periodi di vita frustranti, durante i quali le emozioni si confondono e vengono espresse in modo aggressivo, o a causa di un atteggiamento che rispecchia il modo di relazionarsi con se stessi, e che va ad influenzare molto il legame con le persone.
Negli ambienti lavorativi questa irruenza è utilizzata soprattutto per imporsi e dimostrare superiorità, cercando di generare nell’altro un senso di inadeguatezza e sottomissione al fine di nascondere le carenze di competenza argomentativa o colmare le proprie insicurezze, poiché la rabbia permette di sentirsi forti.
La rabbia che si prova, quando non si è compresi o quando non si riesce ad esprimere con chiarezza ciò che si vuole dire, resta il motivo principale per cui l’’aggressività è adottata come opzione principale per comunicare e interagire con gli altri.