Di Giulio Vitali. Nello sport e nel calcio la cosa più importante è il risultato. Ci sono i casi in cui il risultato è solo uno ed è la sconfitta. È quello che è accaduto nel caso scommesse che ha sconvolto il mondo del pallone. Quando in questo pianeta entrano aspetti che trascendono dall’agonismo e dal campo, solitamente non sono buone notizie. Una situazione nella quale la comunicazione è stata sbagliata e partita dal presupposto errato sin dall’inizio: la fonte di un soggetto come Fabrizio Corona a svelare i nomi dei calciatori all’interno del polverone, svelare i nomi uno ad uno durante il ritiro della Nazionale come se si fosse in un reality show o in un quiz televisivo. Metodi comunicativi che non sono apparsi trasparenti e credibili, tanto che gli ultimi calciatori usciti fuori si sono avvalsi di avvocato per passare alle vie legali, essendo stata lesa la loro immagine. Metodi che hanno avuto il fine esclusivo di dare visibilità a questo personaggio che evidentemente ne aveva bisogno dopo anni di anonimato. Metodi che hanno alimentato ignoranza nell’opinione comune, che si è fatta dei pareri superficiali sui calciatori coinvolti nel caso. La ciliegina sulla torta è stata l’ospitata dello stesso Corona nella trasmissione di Rai 3 “Avanti Popolo”, propagandata in pompa magna. Povero giornalismo.