Di Giulia Vari. “È colpa mia”, questa è l’unica cosa che il padre del dodicenne è stato in grado di pronunciare poco dopo la tragedia che vede coinvolto quest’ultimo.  Era un tardo martedì pomeriggio, quando nell’apparente tranquillità di Centocelle un bambino di soli dodici anni è volato giù dal terrazzo. Terribile vedere il modo in cui la possibile dinamica dei fatti viene attualmente descritta, banalizzando i fatti , “una lite in casa, un semplice rimprovero del papà per i compiti”, allora è vero che gli adulti non si rendono conto di che momenti e emozioni possiamo provare quando siamo alle prese con : esercizi, verifiche o esami universitari; è vera quella sensazione di sminuimento quando approcciamo figure che dovrebbero essere di riferimento per noi, ma troviamo solo un muro pronto a distruggere qualsiasi nostro sentimento. La terribile scena sarebbe oltretutto stata ripresa in diretta da alcuni ragazzini, ma per fortuna le immagini sono state prontamente fermate prima della diffusione dai carabinieri ; inutili invece i soccorsi che nonostante le ripetute chiamate anche da parte di testimoni, sarebbero arrivati con notevole ritardo , vano anche il tentativo di rianimazione , ma il dodicenne morirà poco dopo l’arrivo al Policlinico Casalino.Pensiamo a quante volte ci siamo trovati seduti ad un tavolo insieme ai nostri genitori mentre il nostro unico obiettivo è quello di completare i compiti. Di tragedie che riguardano la vita scolastica ne stiamo sentendo tante, fin troppe, perché seppur chiamata scuola dell’obbligo non può finire per diventare fonte di tanto stress; basti pensare che nell’ultimo anno alla sola Unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù sono arrivate 1500 richieste di aiuto per problematiche mentali in età evolutiva.